Rachel Rickert, una modella americana, ha lanciato una pesante accusa professionale alla multinazionale dell’automobile, la Hyundai. La modella ha infatti accusato la casa giapponese di essere stata assunta per una campagna e durante un set fotografico, essere andata a lavorare nonostante stesse attraversando il periodo del ciclo mestruale. Il problema si è verificato quando il lavoro si è prolungato per tre ore consecutive, durante le quali Rachel non ha avuto il permesso di andare in bagno. Quando finalmente si è potuta recare alla toilette per rinfrescarsi, non è riuscita a cambiare il tampone in tempo e così la divisa si è sporcata. Un contrattempo alla quale Rachel ha chiesto di far fronte semplicemente chiedendo di andare a cambiarsi e di ricevere una divisa pulita, ma i responsabili della Hyundai l’hanno invitata ad andare a casa poiché risposta. Rachel non poteva però immaginare cosa sarebbe accaduto successivamente.
La modella ha infatti accusato la Hyundai dopo aver ricevuto la notizia di essere stata sollevata dall’incarico e non doversi più ripresentare al lavoro. Di fatto, avere il ciclo mestruale era costato a Rachel il posto: una discriminazione inaccettabile per la modella che ha deciso di denunciare la casa automobilistica e la sua responsabile nel lavoro che stava svolgendo, peraltro una donna di nome Erika Seifred. Rachel ha rivendicato con forza il fatto di essere umana, non certo un robot come vorrebbero le multinazionali, donne spersonalizzate e prive di qualunque tipo di debolezza. Il danno economico è stato considerevole, con i 4500 euro di compenso che non sono stati corrisposti dalla Hyundai alla modella, ma l’aspetto più grave che Rachel ha sottolineato nella sua denuncia è stata l’umiliazione per essere licenziata per un evento perfettamente naturale per una donna come il ciclo mestruale. La Hyundai ha preso atto della denuncia e nel contempo ha fatto partire un’inchiesta interna per capire i fatti nella loro interezza e comprendere se davvero Rachel sia stata vittima di discriminazione.