Se c’era ancora qualche dubbio sull’esistenza delle onde gravitazionali nell’universo, il nuovo scontro che ha provocato una fusione tra due buchi neri, captate dalle speciali antenne realizzate negli Stati Uniti e chiamate Ligo, ha tolto ogni ragionevole incertezza. E’ la terza volta che le Ligo, progettate proprio per questo fine, hanno rilevato fenomeni di questo tipo nello spazio. E’ passato poco più di un anno da quando, nel febbraio 2016, venne rilevato il primo scontro fra due onde gravitazionali, considerato un momento rivoluzionario nella storia dell’astrofisica. Il fenomeno ora si è ripetuto per la terza volta in maniera visibile e rilevabile dalla terra, ed i tre astrofisici del Max Planck Institute che stanno studiando il fenomeno, Bruce Allen, Alessandra Buonanno e Karsten Danzmann, dicono che questo ci insegnerà molto sulla volta celeste e potrà svelare nuovi segreti dell’universo di grande importanza.



Il primo a teorizzare l’esistenza delle onde gravitazionali è stato Albert Einstein, nel formulare la sua teoria della relatività. Questo avvenne intorno al 1915, e per oltre 100 anni i fisici di tutto il mondo non hanno avuto evidenze di quanto rilevato da Einstein. Poi progressivamente si è cominciato a capire sempre di più sul funzionamento dei buchi neri, e delle onde gravitazionali che vengono provocate dallo scontro di due wormhole che provocano una fusione tra i due corpi, con conseguenze a livello fisico ancora tutte da scoprire. Ma l’esistenza delle onde gravitazionali è ormai una realtà certa, con l’antenna Ligo che è riuscita a captare per la terza volta questo fenomeno lo scorso 4 gennaio, con l’onda che è stata rilevabile dopo aver attraversato lo spazio verso la Terra per ben tre miliardi di anni luce. Alla fine dell’estate per il progetto delle antenne Ligo si aprirà una nuova fase, con una chiusura delle strutture per un potenziamento che in un futuro prossimo potrebbe portare a scoprire molto di più sulle onde gravitazionali.

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