Sono terminate oggi le esercitazioni di due portaerei statunitensi, approdate questa settimana nel mar del Giappone. Si tratta dell’USS Carl Vinson e dell’USS Ronald Reagan, ma hanno partecipato anche una dozzina di navi Usa e due navi giapponesi. L’esercitazione è avvenuta in un momento particolarmente teso, al punto tale che le diplomazie sono al lavoro per scongiurare lo scoppio di una terza guerra mondiale: questa, dunque, l’ennesima risposta degli Stati Uniti alla Corea del Nord. È stato, dunque, lanciato «un messaggio forte» a Pyongyang, perché «il loro comportamento provocatorio non resta senza risposta».
Gli Stati Uniti hanno aumentato le loro esercitazioni negli ultimi mesi in risposta alle dimostrazioni di forza della Corea del Nord. La portaerei Carl Vinson comunque, come riportato da The Independent, ha già intrapreso il viaggio di ritorno a San Diego, mentre la Ronald Reagan resterà in quella regione. Il botta e risposta a distanza prosegue. (agg. di Silvana Palazzo)
Terza Guerra Mondiale o Guerra Fredda, poco ci manca purtroppo: con le parole di Vladimir Putin questa mattina, davanti a molti imprenditori americani per il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, il livello dei rapporti con l’amministrazione Trump e in generale con il Governo americano pare davvero ai minimi storici. «Negli anni recenti di fatto è stata distrutta la base della cooperazione reciproca tra Russia e Usa formatasi nel corso dei decenni precedenti. I nostri rapporti si trovano nel punto più basso dai tempi della guerra fredda», accusando tanto Obama quanto Trump per questa escalation al contrario. Secondo il Presidente russo, resta comunque un punto importante e ancora utile da costruire: «la normalizzazione dei rapporti bilaterali è negli interessi dei due paesi e Mosca continuerà il dialogo su questo tema con il presidente americano Donald Trump e con la nuova amministrazione Usa».
Chiaro, per Putin questo sforzo deve essere bilaterale e non solo russo e per questo motivo ha rivolto un ultimo appello agli imprenditori americani presenti: «Aiutateci a ripristinare un normale dialogo politico. Ve lo chiedo a nome della Russia e mi rivolgo alla parte americana: aiutate il presidente neo-eletto, la sua amministrazione».
Dopo le sanzioni comminate dagli Usa ancora una volta contro Corea del Nord e contro alcune società russe, la replica di Putin è alquanto infastidita e di certo non mitiga quel senso di continua minaccia da “guerra mondiale” che soffia sui Paesi sul Pacifico. Il Cremlino ritiene deplorevole la decisione Usa di immettere nuove sanzioni per tutti i fornitori del programma di armamenti della Corea del Nord, tra cui appunto le società russe. «Rientra nella linea di continuità politica con la precedente (amministrazione) Usa, ne siamo dispiaciuti, ma al di là di questo non è necessaria alcuna reazione», spiega Peskov, portavoce di Putin, sottolineando la somiglianza negativa tra Trump e Obama. Le sanzioni secondo Mosca, «continuano ad avere un impatto negativo sulle nostre relazioni bilaterali»,e rischiano seriamente di proseguire la “faida” internazionale sul destino di Corea del Nord e perché no, anche la Siria, vero teatro di scontro tra Putin e Trump.
Nel tentativo di bloccare le continue provocazioni e missili balistici lanciati dalla Corea del Nord, il clima di “terza guerra mondiale” viene inasprito da nuove sanzioni degli Usa contro il regime di Pyongyang sotto il profilo commerciale. Stando a quanto filtrato ieri sera dalla Casa Bianca, gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni contro Pyongyang per i suoi continui programmi missilistici e nucleari che non continuano a non venire diminuiti o ridimensionati. In particolare questa volta, ad essere colpiti dalle sanzioni sono funzionari ed entità legati al governo di Kim Jong-un; punto da non sottovalutare, come riporta l’Askanews, anche due aziende russe sono state interessate e colpite dalle sanzioni di Trump perché intrattenevano rapporti commerciali con il paese nordcoreano. L’esito di queste decisioni molto dure in termini pratici fa sì che tutte le persone e le aziende interessate non potranno più avere rapporti economici e commerciali con gli Stati Uniti e viene bloccato ogni loro asset presente negli States.
«Il Tesoro Usa sta lavorando con i nostri alleati per combattere il network che dà la possibilità alla Corea del Nord di portare avanti le sue attività destabilizzanti», riporta una nota del Tesoro Usa diffusa in serata. La guerra per ora rimane solo strategica, ma purtroppo con il continuare della frattura insanabile tra i due Paesi gi esiti nelle prossime settimane potrebbero portare guai in serie molto più che “strategici” o “commerciali”. Se poi si aggiunge il fatto di un coinvolgimento più diretto della Russia, si comprende come le preoccupazioni a livello internaionale non possono che non aumentare sul destino del Pacifico (e non solo, purtroppo).
La terza guerra mondiale spaventa e non poco il ministro della difesa Usa che in una intervista alla Cbs mostra tutte le possibili e catastrofiche conseguenze di un conflitto come quello purtroppo non più solo utopico contro la Corea del Nord. James Mattis, capo del Pentagono, ha parlato senza freni dicendo che «quella guerra avrebbe conseguenze catastrofiche: devastanti e immaginabili le possibili ripercussioni di un conflitto con la Corea del Nord, visto che possiede battere missilistiche e artiglieria impressionante», ricorda il capo della Difesa americana con forte preoccupazione per i prossimi sviluppi a Pyongyang.
«A farne le spese sarebbe soprattutto la Corea del Sud. Seul (10 milioni di abitanti) dista solo 60 km dal confine con il Nord. Ma anche il Giappone è a portata di un’azione militare», ha chiosato ancora Mattis, per il quale serve comunque evitare il conflitto con ogni possibile mezzo utile e diplomatico.