Il papà di Otto Warmbier, il ragazzo americano di 22 anni morto negli Usa dopo aver trascorso 17 mesi ai lavori forzati in Corea del Nord per il semplice fatto di aver rubato uno striscione della propaganda del regime, si è scagliato contro l’amministrazione Obama, colpevole a suo dire di non aver gestito al meglio la situazione del figlio. Fred Warmbier, come riportato da Breitbart, il sito estremista di proprietà di Steve Bannon molto vicino a Donald Trump, ha dichiarato:”Quando Otto è stato arrestato l’amministrazione Usa (all’epoca retta da Obama, ndr) ci ha chiesto di tenere un profilo basso mentre lavoravano per ottenere il suo rilascio. Abbiamo fatto così, senza risultato. All’inizio di quest’anno, Cindy (la mamma di Otto, ndr) ed io abbiamo deciso che la pazienza era finita. Siamo apparsi sui media e ci siamo recati a Washington per incontrare l’ambasciatore Joe Yun presso il Dipartimento di Stato. L’ambasciatore e la sua squadra, sotto la direzione del presidente (Trump, ndr) hanno risolto la situazione riportando Otto a casa”. Alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se pensava che l’amministrazione Obama avrebbe dovuto fare di più, Warmbier ha risposto: “Penso che i risultati parlino da soli”. (agg. di Dario D’Angelo)



Duro attacco del presidente sudcoreano Moon Jae-In nei confronti della Corea del Nord dopo la morte dello studente statunitense Otto Warmbier, rilasciato la scorsa settimana dopo quasi 18 mesi di detenzione. «Non possiamo sapere con certezza se la Corea del Nord ha ucciso il signor Warmbier, ma credo che sia abbastanza chiaro che hanno una responsabilità pesante nella sua morte», ha spiegato ai microfoni di CBS. La Corea del Nord sostiene che lo studente sia entrato in coma dopo la condanna dello scorso anno per aver contratto il botulismo, un’intossicazione alimentare acuta da tossine che ha un lungo decorso ed è spesso mortale. I test medici effettuati negli Stati Uniti però non hanno trovato conferme sull’infezione. «Credo che ci sia la percezione che la Corea del Nord è un regime irrazionale, ma dobbiamo lavorare insieme per raggiungere l’obiettivo del completo smantellamento del loro programma nucleare». (agg. di Silvana Palazzo)



Non ha certo migliorato i rapporti, già inesistenti, tra Corea del Nord e Usa, la morte di Otto Warmbier: mentre i medici si tengono cauti sulla improvvisa morte dello studente americano dopo il recente rilascio del regime di Pyongyang (si temono conseguenze di torture nelle carceri), il presidente americano ha voluto lasciare un messaggio alla famiglia di Otto, in cui si dice profondamente addolorato per la morte di una giovane vita, specie in questo modo misterioso. «Non c’è niente di più tragico per un genitore che perdere un figlio giovane. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con la famiglia di Otto e con gli amici e con tutti coloro che lo amavano», recita la prima parte del comunicato di Donald Trump direttamente dalla Casa Bianca, dove non risparmia un frecciata decisa contro il nemico di guerra ormai della Corea del Nord. «Il destino di Otto aumenta la determinazione della mia amministrazione a impedire che persone innocenti affrontino tali tragedie per regimi che non rispettano lo stato di diritto o la decenza umana di base. Gli Stati Uniti condannano ancora una volta la brutalità del regime nordcoreano mentre piangono la sua ultima vittima». (agg. di Niccolò Magnani)



Otto Warmibier, lo studente Usa che la Corea del Nord aveva rilasciato pochi giorni fa per “ragioni umanitarie”, si è spento ieri all’età di 22 anni all’ospedale di Cincinnati, Ohio, dov’era stato ricoverato una volta rientrato in America. Aveva trascorso gli ultimi 17 mesi nelle prigioni nord-coreane il giovane Otto, colpevole di aver provato a rubare un manifesto della propaganda. Probabilmente una bravata fatta insieme agli amici che lo avevano accompagnato nel suo viaggio verso Hong Kong, che gli era però costata la condanna a 15 anni di reclusione. Il dottore Daniel Kanter dell’Ospedale di Cincinnati, Ohio, come riferisce La Repubblica, non ha potuto spingersi troppo in là nel rintracciare le cause che hanno portato al peggioramento delle sue condizioni:”Non abbiamo riscontrato nessuna frattura nelle ossa. Non abbiamo notato nessun segno sulla pelle che possa indicare maltrattamenti” aggiungendo però di “non poter speculare su che cosa sia successo in passato”. Il tipo di coma costato la vita ad Otto Warmibier, secondo gli esperti sarebbe compatibile con un arresto respiratorio dovuto all’ostruzione delle vie pneumatiche. Se a scaturirlo siano stati i secondini nord-coreani durante pratiche di tortura nessuno può dirlo, ma ognuno può legittimamente pensarlo. 

Tra le reazioni alla morte di Otto Warmibier che hanno destato maggior sensazione non si può non citare quella del padre del 22enne, Fred Warmibier, il quale, come riferisce La Repubblica, ha dichiarato:”Era a casa. Era a casa, e noi crediamo potesse sentirlo. Quando Otto è tornato a casa, la sera del 13 giugno, non poteva parlare, non poteva vedere e non reagiva ai comandi verbali. Sembrava davvero distrutto,  quasi angosciato. Sebbene non abbiamo più potuto sentire la sua voce, nel giro di un giorno abbiamo potuto però notare il cambiamento del suo viso: era in pace”. Ferma la presa di posizione di Donald Trump, che in una dichiarazione ha rimarcato la sua “determinazione di prevenire queste tragedie e a impedire che gente innocente finisca nelle mani di regimi che non rispettano la legge o i diritti umani fondamentali”. A preoccupare Washington adesso è la sorte di altri 3 ostaggi americani di origine coreana. A tal proposito il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, si è pronunciato chiedendone l’immediato rilascio:”Consideriamo la Corea del Nord responsabile dell’ingiusta prigionia e chiediamo il rilascio degli altri tre americani che sono stati illegalmente detenuti”.