Nella visita a Barbiana in omaggio a don Milani, Papa Francesco ha di fatto esaudito la richiesta espressa dalla mamma del prete “controcorrente”, che in una lettera citata oggi stesso dal Pontefice scriveva:”Mi preme soprattutto che si conosca il prete, che si sappia la verità, che si renda onore alla Chiesa anche per quello che lui è stato nella Chiesa e che la Chiesa renda onore a lui… quella Chiesa che lo ha fatto tanto soffrire ma che gli ha dato il sacerdozio, e la forza di quella fede che resta, per me, il mistero più profondo di mio figlio… Se non si comprenderà realmente il sacerdote che don Lorenzo è stato, difficilmente si potrà capire di lui anche tutto il resto. Per esempio il suo profondo equilibrio fra durezza e carità”.
E stando al commento di Andrea Milani a La Repubblica, nipote di don Milani, il discorso di Papa Francesco “forte e fermo, come non era scontato che facesse”, fa dire che “ora finalmente la Chiesa ha fatto quello che non ha fatto per 50 anni”. (agg. di Dario D’Angelo)
Uno dei passaggi più emozionanti dell’intervento di Papa Francesco davanti agli ex discepoli di don Milani, dopo aver visitato e pregato sulla tomba del priore di Barbiana, è arrivato – come spesso accade con il Santo Padre – quando il discorso “ufficiale” era concluso. Rivolgendosi ai seminaristi e ai sacerdoti presenti per salutarli e ringraziarli, Papa Francesco, come riportato dal Corriere Fiorentino, ha detto:”Pregate per me, non dimenticate, che anche io prenda l’esempio di questo bravo prete, e anche voi sacerdoti, anche anziani, perché non c’è pensione per i sacerdoti, tutti avanti, e con coraggio”. Da sottolineare il messaggio che Papa Francesco ha voluto lasciare sul libro delle dediche nella cappella del cimitero che custodisce i resti di don Lorenzo:”Ringrazio il Signore per averci dato sacerdoti come don Milani”. (agg. di Dario D’Angelo)
Si è conclusa anche la seconda parte del pellegrinaggio privato di Papa Francesco sui luoghi di Bozzolo e Barbiana: come spesso però accade, Bergoglio ha voluto lasciare un segno anche pubblico con due discorsi intensi e rischi di citazioni, passaggi e pensieri dedicati alle figure di Don Milani e Don Mazzolari. Il momento di preghiera è stato però personalissimo, visto che Francesco non ha voluto neanche fare entrare la telecamera all’interno del piccolo campo santo dove don Lorenzo Milani è stato sepolto. Appena uscito, l’incontro con gli ex ragazzi di Barbiana e le accorate parole di intensa preghiera per il sacerdote così tanto discusso in vita: «il gesto di oggi come «risposta a quella richiesta più volte fatta da don Lorenzo al suo Vescovo, e cioè che fosse riconosciuto e compreso nella sua fedeltà al Vangelo e nella rettitudine della sua azione pastorale», ricorda Francesco ai primi discepoli e studenti dell’educatore di Barbiana.
«Oggi il Vescovo di Roma accompagna e riconosce la fedeltà di Don Milani. Ciò non cancella le amarezze che hanno accompagnato la vita di don Milani – ha precisato Bergoglio-, ma dice che la Chiesa riconosce in quellavita un modo esemplare di servire il Vangelo, i poveri e la Chiesa stessa».
È conclusa la prima parte del viaggio di Papa Francesco in questa mattina al centro-nord in Italia: da Bozzolo ora è atteso a Barbiana dove incontrerà i preti e ragazzi (ora cresciuti ovviamente) che Don Lorenzo Milani ha formato nel corso della sua vita sacerdotale ed educativa. Nel discorso tenuto da Bergoglio sulla tomba di Don Primo Mazzolari, il primo prete a cui Francesco ha fatto omaggio oggi nel Cremonese, numerosi i riferimenti alle parole e al pensiero del parroco di Bozzolo: la lezione di Don Mazzolari era semplice come semplice è il messaggio di Papa Francesco, «Vi incoraggio, fratelli sacerdoti, ad ascoltare il mondo, senza temere di attraversare deserti e zone d’ombra. Così possiamo diventare Chiesa povera per e con i poveri, la Chiesa di Gesù». Ai tanti preti presenti durante il discorso di Francesco (qui il testo integrale), il Pontefice ha voluto riservare un pensiero in particolare: «Cari amici, vi ringrazio di avermi accolto oggi, nella parrocchia di don Primo. A voi e ai Vescovi dico: siate orgogliosi di aver generato “preti così”, e non stancatevi di diventare anche voi “preti e cristiani così”, anche se ciò chiede di lottare con sé stessi, chiamando per nome le tentazioni che ci insidiano, lasciandoci guarire dalla tenerezza di Dio. Se doveste riconoscere di non aver raccolto la lezione di don Mazzolari, vi invito oggi a farne tesoro».
Bergoglio ha poi concluso con una preghiera dello stesso Don Primo, “parroco innamorato di Gesù e del suo desidero che tutti gli uomini abbiano la salvezza“: «Sei venuto per tutti: per coloro che credono e per coloro che dicono di non credere. Gli uni e gli altri, a volte questi più di quelli, lavorano, soffrono, sperano perché il mondo vada un po’ meglio. O Cristo, sei nato “fuori della casa” e sei morto “fuori della città”, per essere in modo ancor più visibile il crocevia e il punto d’incontro. Nessuno è fuori della salvezza, o Signore, perché nessuno è fuori del tuo amore, che non si sgomenta né si raccorcia per le nostre opposizioni o i nostri rifiuti».
Un duplice viaggio privato e un pellegrinaggio di preghiera per Papa Francesco a Bozzolo prima e a Barbiana subito dopo: Bergoglio si dedica alla preghiera sulle tombe di Don Primo Mazzolari nel Mantovano e poi da Don Lorenzo Milani, nel Fiorentino. Il viaggio era atteso da tempo ma in forma privata sta procedendo con l’attenzione centrale proprio alla meditazione e riflessione sulle tombe di due dei preti più discussi e importanti del Novecento, figure da sempre amate e spiegate nella catechesi di Bergoglio vescovo prima e di Pontefice poi. Attorno alle 9 il Papa è arrivato nel campo sportivo di Bozzolo ed è stato accolto dal Vescovo di Cremona, Antonio Napolioni (dove è sepolto Don Mazzolari è infatti sotto la diocesi cremonese).
«Oggi sono pellegrino qui a Bozzolo e poi a Barbiana, sulle orme di due parroci che hanno lasciato una traccia luminosa, per quanto ‘scomoda’, nel loro servizio al Signore e al popolo di Dio. Ho detto più volte che i parroci sono la forza della Chiesa in Italia», sono le primissime parole riportate dall’Avvenire del discorso di Papa Francesco davanti ai pochi fedeli presenti (l’incontro è blindatissimo). «Don Primo Mazzolari è stato definito il parroco d’Italia; e San Giovanni XXIII lo ha salutato come ‘la tromba dello Spirito Santo nella Bassa padana. Credo che la personalità sacerdotale di don Primo sia non una singolare eccezione, ma uno splendido frutto delle vostre comunità, sebbene non sia stato sempre compreso e apprezzato».
Tra circa mezz’ora il Papa lascerà Bozzolo e si dirigerà verso il cimitero di Barbiana verso le 11.15, accolto dall’arcivescovo Giuseppe Betori: incontrerà nella chiesa i discepoli di don Milani ancora in vita e terrà un breve discorso dopo aver pregato insieme sulla tomba del grande prete discusso per le sue proposte educative e dottrinali. Alle ore 13.15 è atteso il ritorno in Vaticano del Pontefice dopo questo duplice pellegrinaggio-lampo ma dal grande valore simbolico proprio per la vicinanza della Chiesa a quesi due sacerdoti di certo in vita non particolarmente “mansueti”.