Il terrorista nero arrestato in semi-latitanza, da piazza della Loggia fino a Fatima: è questo i tragitto (immaginario) compiuto da Maurizio Tramonte in poche ore. Lunedì scorso arriva la condanna definitiva in Cassazione all’ergastolo per la strage di Piazza della Loggia (assieme a Carlo Maria Maggi), e qualche ora dopo la sua improvvisa irreperibilità viene interrotta dall’avvistamento e conseguente arresto nel santuario della Madonna in Portogallo. I carabinieri scherzano sul “bizzarro” ritrovamento: «Il culto mariano ce l’aveva in testa. Il fatto che fosse andato a Fatina non è stato casuale. Forse voleva  chiedere alla Madonna la grazia per questa sentenza. Ma, o ha sbagliato lui o ha sbagliato la Madonna. Fatto sta che la grazia non l’ha avuta». Posto che personalmente non ci metteremmo mai a “scherzare” sulla fede personale, presunta o meno, delle persone, la vicenda di Tramonte è davvero singolare: va all’estero qualche ora prima della decisione ultimale e definitiva sulla strage compiuta da terroristi fascisti, si passa la Francia e poi la Spagna, e arriva in Lusitania. E non è mica la prima volta: a Pasqua era già stato a Lourdes sempre nei santuari mariani di cui si dice abbia una grande fede. 8 morti e 102 feriti però pesano e i giudici arrivano a confermare la sentenza di condanna: è ergastolo, Tramonte stacca il cellulare tanto che viene preso come latitante effettivo a partire dalla mattina del 21 giugno.



I carabinieri del ros si sono mossi subito allertando i colleghi portoghesi che hanno proceduto all’arresto mentre Tramonte girovagava ancora tra il santuario e le chiese delle vicinanze: l’avvocato, a domanda precisa, risponde così sulla sua latitanza «Io non l’ho sentito e non l’ho chiamato. A me non risulta nulla, ma del resto non sono io che devo essere informato circa la sua reperibilità», commenta il legale Marco agosti. Ora saranno i giudici però a verificare il tutto visto che a quanto pare a Tramonte non furono mai adottate fino alla sentenza misure si prevenzione contro il divieto di espatrio (ritiro passaporto). Un pellegrinaggio, nessuno sa il motivo, nei giorni della condanna: in carcere potrà proseguire lo stesso la sua preghiera, e forse ci si potrebbe fermare qui nello “scherno” della sua latitanza religiosa. Considerato colpevole di una strage immane, di tempo per riflettere ne avrà bisogno ancora tanto e la possibilità di conversione potrebbe essere il vero “riscatto” personale per l’orribile passato.

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