Va fatta subito una precisazione a mo’ di premessa: la questione dei migranti, dello ius soli e della cittadinanza in Italia e in tutta l’Unione Europea, è uno dei temi più complessi che possano prendere la politica e che occuperanno ancora per molto le cronache nostrane. Tutti possono dire tutto, ma se poi a parlare per lo ius soli è il Vaticano allora le sue posizioni sono a prescindere pretestuose e di convenienza: succede tutto questa mattina con il Fatto Quotidiano che in prima pagina si scaglia contro la presunta incoerenza della Chiesa nel giudicare il problema della cittadinanza. «Le gerarchie ecclesiastiche si sono schierate apertamente in questi giorni nella polemica, suscitata dalla proposta di legge, a favore di una maggiore liberalizzazione nella legislazione italiana in materia. Tuttavia il filtro steso intorno alla Cittadinanza del Vaticano è ferreo»: la tesi è chiara, “cosa potete insegnare voi sulla cittadinanza che siete i primi a non applicarla?”. Posto che la coerenza è una virtù perfetta solo per pochi (e tendenzialmente abitanti nelle alte “sfere celesti”) l’attacco ci sembra leggermente pretestuoso.
Le regole imposte dai Patti Lateranensi e poi riformulate da Benedetto XVI, danno la giusta idea della questione: per essere cittadini vaticani bisogna essere laici o prelati che si sono stabiliti nel territorio (tenete ben presente questo punto) vaticano per ragioni di «dignità, carica, ufficio o impiego, ma sempre autorizzati dal Papa». La cittadinanza è data a figli/coniuge purché siano conviventi e viene tolta nel momento in cui non si vive più sullo stato Vaticano: ecco, visto che lo stesso Fatto Quotidiano cita perfettamente la grandezza del territorio vaticano – 44 ettari, con 800 abitanti – ci piacerebbe molto sapere come potrebbero starci ondate di nuovi abitanti migranti, rifugiati, eccetera. Ma non ci fermiamo qui, e citiamo ancora il Fatto che di informazioni giuste nel suo pezzo ne ha messe molte (ma forse non “ha unito i puntini” fino in fondo): «Il residente che perde per qualsiasi motivo la sua cittadinanza riottiene quella d’origine, ma se non ha alcun titolo per essere cittadino di un altro paese diventa ipso facto italiano».
Ecco, se i migranti fossero davvero tutti accolti da Papa Francesco, e poi per motivi di spazio fisico non potrebbero rimanere cittadini vaticani, diventerebbero tutti italiani: e a quel punto, sareste contenti? Vi andrebbe bene? O non li trattereste di nuovo come “brutti razzolatori “maligni” di buone prediche? L’invito della Chiesa all’accoglienza, all’incontro e all’attenzione per gli ultimi avviene in tutte le Chiese, in tutte le parrocchie, in tutte le associazioni cattoliche operano nel sociale. Restano i problemi di una cittadinanza tout court offerta a tutti e su quello bisognerà non lasciare nulla di sottovalutato o “intentato” ma si può certo provare il giochetto del “non parlare tu che non rispetti quanto dici” perché sarebbe una bella e buona “fake news”.