Si scorge con difficoltà, però nel sottofondo della scritta che annuncia il Perugia Pride c’è una fotografia che ritrae una drag queen che appare come una immagine della Madonna. E’per questo che, coraggiosamente, il comune nella persona del sindaco Andrea Romizi (centrodestra) ha ritirato il patrocinio alla manifestazione. Il manifesto con la scritta “si scrive laico si legge libero” è stato preparato dall’Arcigay locale Omphlas che, secondo i responsabili, aveva avvertito il comune del tipo di immagine che avrebbero usato. Ma il sindaco risponde che, pur non volendo manifestare ostilità nei confronti della marcia, “la locandina “è una ricerca di visibilità che non era oggetto di patrocinio”: “La provocatoria caricatura di un’immagine sacra per i credenti costituisce una drastica rottura di quegli irrinunciabili principi di rispetto dell’altro, nei quali tutti dovrebbero riconoscersi […] La vera laicità, giova ricordarlo, non passa dalla legalizzazione della denigrazione dei simboli religiosi altrui ma pretende che ognuno sia pienamente rispettato nella sua scelta di credente o di non credente”. Ma per gli organizzatori il comune ha dichiarato guerra ai gay: ci si riferisce all’episodio di due madri lesbiche con un figlio a cui il comune non ha concesso la trascrizione dell’atto di nascita: “siamo convinti che la locandina sia una mera scusa che copre anche il grande imbarazzo sul recente caso del piccolo Joan. Evidentemente abbiamo colpito un nervo scoperto dell’amministrazione comunale, che a parole si dice vicina a tutte e tutti, ma che nella realtà nei fatti si è dimostrata ostile alla comunità LGBTI” ha dichiarato il presidente di Omphalos Stefano Bucaioni che ha mandato una interrogazione parlamentare al ministro degli interni.



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