La storia del piccolo Manuel malato di tumore ci viene raccontata proprio da colui che ne raccolse la testimonianza diretta, Don Ignazio, che ha affidato il suo racconto a Cristianicattolici.net. Don Ignazio inizia raccontando la sua esperienza di volontariato all’Ospedale dei bambini di Palermo, “per esercitare concretamente il mio ministero di servizio ai piccoli” e subito ci racconta di Maniel, uno dei bambini del reparto di onco-ematologia, che da subito ha mosrato una forte spiritualità: ”Ho sin da subito ho avvertito una presenza soprannaturale che abitava in lui”. Don Ignazio e Manuel sono entrati sempre più in confidenza, tanto che il bambino ha voluto chiedergli di diventare la sua guida spirituale. Don Ignazio, che ogni sera al telefono o di persona gli impartiva la benedizione e che è diventato anche il suo confessore, spiega che il bimbo gli raccontava di un amico speciale: “Sin dal primo momento Manuel mi parlò del suo amico davvero speciale, che è Gesù.
Ogni volta che riceveva con tanta riverenza e rispetto la Santa Comunione nelle mani, se eravamo nella cappella dell’ospedale si distendeva nella panca, o se era ricoverato si metteva sotto le coperte coprendosi anche il volto, rimaneva per un po’ di tempo (dai 10 ai 20 min circa) in assoluto silenzio: questo era il momento culminante della Comunione perché entrava in dialogo con Gesù in maniera spontanea, come fanno due amici intimi. Più volte gli ho chiesto se vedeva Gesù faccia a faccia e lui mi rispondeva che non lo vedeva fisicamente ma sentiva la sua voce nel suo cuore”.
In particolare, Don Ignazio riferisce di una frase di cui Manuel aveva chiesto spiegazione: “Tante volte neanche Manuel riusciva a capire la spiegazione di tante cose che gli rivelava Gesù. Per esempio un giorno mi chiese: ‘perché Gesù mi dice sempre questa frase: il tuo cuore non è tuo ma è mio, e io vivo in te? Non capisco cosa vuole dirmi’; io stupito per quanto mi diceva, gli diedi risposta sul significato di quel messaggio di Gesù e poi riflettendo personalmente mi resi conto che quelle parole rispecchiavano la frase di San Paolo quando dice in Galati 2,20 ‘non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me’”. Gesù aveva offerto a Manuel anche una spiegazione per la sofferenza che era costretto a provare: “Manuel mi diceva sempre che Gesù gli aveva donato la sofferenza e che aveva di bisogno di essa perché insieme dovevano salvare il mondo (dal momento che Gesù lo aveva proclamato GUERRIERO DELLA LUCE)”. Manuel ha seguito le parole di Gesù fino all’ultimo, come racconta Don Ignazio: “Manuel ha sempre lottato come vero guerriero, ad imitazione di Cristo, fino al dono di tutta la sua vita per la salvezza e la conversione di tutti”.