-Gregorio Mezzatesta, l’operaio delle Ferrovie della Calabria ucciso stamattina in pieno centro a Catanzaro, ha pagato con ogni probabilità il fatto di essere fratello di Domenico Mezzatesta, il vigile urbano in pensione condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per il duplice omicidio di Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio, avvenuto nel 2013 all’interno di un bar di Decollatura. All’epoca quella doppia uccisione, come riportato da La Repubblica, fece discutere eccome perché ripresa dalle telecamera di videosorveglianza. Si vide Domenico Mezzatesta prima discutere animatamente, poi estrarre la pistola e fare fuoco. Per difendersi disse di aver perso la ragione dopo che i due lo avevano minacciato di fargli saltare in aria l’abitazione per il suo rifiuto a pagare un pizzo da 1500 euro mensili. I magistrati non gli hanno creduto, ma la convinzione che la ‘ndrangheta in questa storia sia coinvolta è sempre più forte. Si spiega così l’uccisione dell’avvocato Pagliuso, legale di Mezzatesta in agosto. E ancora di più si spiega l’esecuzione di Gregorio Mezzatesta, incensurato, di oggi: ucciso, forse, per un regolamento di conti che la ‘ndrangheta non voleva più rinviare.
Gregorio Mezzatesta, un dipendente delle Ferrovie della Calabria, è stato ucciso questa mattina, poco prima delle 8, in via Milano a Catanzaro, a pochi passi dall’autostazione dove si accingeva a prestare servizio, da un killer armato di pistola giunto in moto e con il volto coperto da casco. Un vero e proprio agguato quello andato in scena nel capoluogo calabrese, con Mezzatesta che, come riportato da cn24tv.it, non ha avuto neanche il tempo di scendere dalla propria macchina che è stato raggiunto dai 6 colpi d’arma da fuoco sparati dal killer. Un collega di Gregorio Mezzatesta, 54 anni, avrebbe assistito impotente all’accaduto e adesso sarebbe in evidente stato di shock. La vittima, originaria di Soveria Mannelli, è stata freddata in una zona molto trafficata in cui la presenza di telecamere di videosorveglianza è corposa e potrebbe dunque aiutare nel risalire all’assassino. Ad indagare sull’omicidio sono i Carabinieri della Compagnia locale e del Comando Provinciale, nonché gli agenti della Squadra mobile di Catanzaro. A coordinare l’attività investigativa sarà il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Vincenzo Capomolla.
Potrebbe essere stato un regolamento di conti l’omicidio di Gregorio Mezzatesta, il dipendente delle Ferrovie della Calabria ucciso stamattina a colpi di pistola in via Milano, a Catanzaro, mentre si recava al lavoro. Il fratello della vittima, Domenico Mezzatesta, nel marzo del 2015 era stato infatti condannato all’ergastolo dalla Corte d’Appello di Catanzaro (sentenza poi annullata con rinvio nel 2016 dalla Cassazione e in attesa di nuovo processo) per il duplice omicidio di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, avvenuto nel gennaio del 2013 in un bar di Decollatura. A costituirsi nel 2014 era stato proprio Domenico Mezzatesta. Gli inquirenti per questo motivo non escludono che l’agguato andato in scena questa mattina nel centro di Catanzaro sia maturato in ambienti criminali. Da sottolineare che lo scorso mese di agosto, come riportato da zoom24.it, ad essere ucciso a Lamezia Terme era stato l’avvocato difensore di Domenico Mezzatesta, Francesco Pagliuso. L’ipotesi dell’agguato di stampo mafioso in questo momento non può essere esclusa.