Resta avvolto nel mistero il delitto di Erika Preti, la 28enne di Pralungo, in provincia di Biella, uccisa a coltellate lo scorso 11 giugno sul finale di una vacanza organizzata con il fidanzato Dimitri Fricano in Sardegna. Qui, nell’appartamento di due amici della coppia, a San Teodoro, qualcuno li avrebbe aggrediti, forse a scopo di rapina. Avrebbe quindi inferto due colpi di coltello rivelatisi mortali a scapito della 28enne, quindi avrebbe aggredito con un oggetto contundente il fidanzato, facendogli perdere i sensi. E’ questa la ricostruzione che Dimitri ha continuato a ripetere agli inquirenti, i quali tuttavia continuano a nutrire non pochi dubbi sulla sua versione. Per questo resta ad oggi il solo indagati a piede libero per l’omicidio volontario di Erika, ma la mancanza di una misura cautelare nei suoi confronti rimarcherebbe l’assenza di prove concrete a suo carico, almeno in attesa di ulteriori riscontri dei Ris e dei risultati del medico legale sul corpo della vittima e sulle ferite riportate dal suo presunto assassino. Intanto, come rivela La Stampa nell’edizione online, la procura di Nuoro ha tolto i sigilli all’auto di Dimitri, una Citroen.
Al suo interno sono stati eseguiti dai Carabinieri tutti i rilievi del caso ma, anche su indicazione del pm, non è stato ritenuto necessario proseguire oltre con il suo sequestro. La vettura, infatti, si trovava parcheggiata nel giardino quindi non rappresentava un elemento determinante ai fini dell’inchiesta poiché non era sulla scena del crimine. A breve, Dimitri potrebbe essere dimesso dal reparto di psichiatria dell’ospedale di Olbia dove è attualmente ricoverato e fare ritorno a Biella, restando chiaramente a disposizione della magistratura.
Dal giorno del delitto di Erika Preti, la versione fornita dal suo fidanzato è rimasta sempre la stessa: “Sono stato colpito alla testa mentre uscivo dal bagno e quando mi sono ripreso ho visto Erika coperta di sangue”. La tesi dell’aggressione a scopo di rapina non sarebbe stata a pieno creduta dagli investigatori poiché nell’appartamento di Lu Fraili, a San Teodoro, non sarebbero stati riscontrati segni di effrazione, né mancherebbero oggetti o denaro, come inizialmente sostenuto dallo stesso Dimitri. Eppure, nessun altro elemento sarebbe stato così consistente da far scattare le manette, sebbene i Ris abbiano confermato la presenza di tracce solo della vittima e del fidanzato nella villetta. I tempi lunghi, tuttavia, non necessariamente sarebbero un elemento a favore di Dimitri Fricano. Lo dimostrano i trascorsi del pm Andrea Garau, lo stesso che in passato si occupò di altri casi di omicidio facendo attendere due anni prima dell’arresto dei presunti responsabili. Vero che è attualmente si attendono ancora numerose risposte, a partire dall’esito delle immagini delle telecamere che avrebbero potuto riprendere – semmai fosse realmente esistito – il presunto ladro poi divenuto assassino di Erika Preti.
Le stesse telecamere potrebbero parimenti confermare gli spostamenti resi noti dall’indagato il quale, prima di essere aggredito violentemente, a sua detta sarebbe uscito per poi rientrare nell’appartamento sentendo l’impellenza di andare in bagno. Se, quindi, ad uccidere Erika dovesse essere stato davvero un rapinatore, le telecamere poco distanti dalla villetta avrebbero dovuto riprendere uno sconosciuto in fuga proprio negli attimi successivi al suo delitto. Anche l’arma, un coltello che poco prima stava utilizzando la stessa vittima per preparare dei panini, sarebbe stata rinvenuta sulla scena del crimine, ma ad oggi non avrebbe dato alcuna risposta utile al fine di fare chiarezza sul movente dell’uccisione, che resta di fatto un vero e proprio mistero.