Lara Bombonati è stata arrestata con l’accusa di terrorismo internazionale, ma la famiglia smentisce i sospetti degli inquirenti, secondo cui si sarebbe radicalizzata per diventare una combattente. «Mia nipote è una brava ragazza», ha assicurato nonna Miranda davanti alla casa di Garbagna, in provincia di Alessandria. Mentre un parente le fa scudo spiega di averla vista per l’ultima volta a Natale: «È venuta a farmi gli auguri, ma di quello che sta accadendo non so nulla…». Il parente, invece, preferisce non rilasciare dichiarazioni: «Non abbiamo nulla da dire, ci sono delle indagini in corso…». Prima di essere riaccompagnata a casa la nonna di Lara Bombonati conferma che sua nipote aveva conosciuto il marito, presumibilmente morto in Siria, in paese. Stando a quanto riportato da Tgcom24, gli inquirenti sospettano che la giovane si sia inserita nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham, “Organizzazione per la liberazione del Levante”. (agg. di Silvana Palazzo)
Lara Bombonati, una ragazza apparentemente normalissima, una ventiseienne nella provincia di Alessandria. Non si poteva certo immaginare che si trattasse a tutti gli effetti della prima foreign fighter italiana, una combattente al fianco dello Stato Islamico, l’Isis. Tanto da andare in Siria per raggiungere il marito, anche lui combattente estero dello Stato Islamico, un siciliano di nome Francesco Cascio. Francesco è probabilmente morto in battaglia (anche se ancora non ci sono conferme in merito), ed è stata questa la motivazione che ha presumibilmente portato Lara a far ritorno in Piemonte a Tortona, cittadina in provincia di Alessandria dove ha potuto rifugiarsi dalla sorella. Non è stato però sufficiente a sfuggire al controllo delle autorità, che l’hanno arrestata su richiesta della Procura di Torino. Da tempo Lara era nota alla polizia e all’antiterrorismo, che ne monitorava i movimenti con grande attenzione. E una volta attestatane la pericolosità, da deciso di agire arrestandola.
Lara avrà molto da raccontare e da spiegare riguardo il suo viaggio in Siria e le motivazioni che l’hanno spinta ad unirsi alla causa dello Stato Islamico. Anche perché, secondo le informazioni a disposizione dell’antiterrorismo, Lara era pronta a rimettersi di nuovo in marcia verso la Siria per combattere con l’Isis. Una scelta radicale, estrema, che era già costata alla ventiseienne alessandrina l’arresto al confine con la Siria: è stato in quel momento che la Digos le ha messo gli occhi addosso: contemporaneamente, si sono perse le tracce del marito Francesco Cascio, che si ritiene possa essere verosimilmente stato ucciso. Non è la prima volta che una cittadina italiana prende la strada della radicalizzazione, ma al momento Lara Bombonati viene considerata come uno degli elementi più attivi e pericolosi affiliati allo Stato Islamico in Italia. Al momento dell’arresto ha solo precisato di essere musulmana, ma in attesa della convalida del fermo non è stata ancora interrogata: dalla sua testimonianza potrebbero arrivare notizie importanti anche sulla sorte di Francesco Cascio.