I riflettori sul caso di Emanuela Orlandi, giovane 15enne scomparsa oltre un trentennio fa in modo misterioso, continuano a restare accesi. Dopo la presentazione dell’istanza da parte dei legali della famiglia presso la Santa Sede e con la quale veniva chiesto di poter accedere al presunto dossier segreto custodito in Vaticano e contenente verità sul caso, è la madre Maria Pezzano Orlandi ad intervenire in prima persona. A darne notizia è il quotidiano Corriere della Sera, che rivela come la donna abbia inviato una lettera in Vaticano chiedendo di poter conoscere la verità sulla fine misteriosa della sua amata figlia, l’unico modo per poter almeno solo tentare di lenire il suo immenso dolore. La speranza della donna è che il suo accorato appello possa giungere fino a Papa Francesco. Le parole della madre di Emanuela Orlandi arrivano dopo la replica di monsignor Angelo Becciu, il quale parlando delle ultime voci su un presunto dossier sul giallo della quindicenne, nei giorni scorsi si era limitato a commentare. “Per noi il caso è chiuso”. Ed è proprio all’alto prelato che la madre della ragazzina scomparsa nel nulla si rivolge, con la sua accorata missiva resa nota in queste ore.



“Eccellenza, dopo avere letto le Sue dichiarazioni, voglio condividere con Lei il dolore che pulsa nel cuore di una madre ormai anziana”, esordisce così la lettera di Maria Pezzano Orlandi indirizzata a monsignor Becciu. La sua replica nella quale definiva il “caso chiuso”, a detta della madre di Emanuela arrivò a distanza di appena un’ora dalla richiesta che la sua famiglia rivolse formalmente al Segretario di Stato affinché potesse accedere al fascicolo sulla 15enne. La donna, che attende di conoscere la verità su quanto accaduto all’amata figlia, da 34 anni soffre in silenzio ma, dopo la risposta “giunta dopo solo una manciata di minuti” non ha potuto tacere. “La mia bambina, il «caso chiuso», non meritava neppure qualche ora di ponderata riflessione. E tantomeno una risposta”, si legge nella missiva. La signora Orlandi ha ricordato a monsignor Becciu come i casi di persone scomparse sono bollati come “chiusi” solo in due eventualità: quando avviene il ritrovamento in vita o con l’accertamento della morte. “Me lo dica, allora, Eccellenza, come si è chiuso il caso di mia figlia”, insiste la mamma di Emanuela Orlandi. Una risposta simile, quella giunta nei giorni scorsi dal monsignore, a detta della donna evidentemente implica la conoscenza da parte dell’alto prelato di quanto accaduto alla figlia.



Nel caso che sia ancora viva, così come nel caso più terribile, quello in cui Emanuela Orlandi sia ormai morta, Maria Pezzano chiede solo di poter conoscere la verità. E lo domanda a gran voce a monsignor Becciu, che ha preferito bollare velocemente il caso come “chiuso”. “Ma se non ha risposte da darmi, allora, Eccellenza, il caso non è affatto chiuso; è ancora aperto”, incalza la donna. Poi, in chiusura di missiva, la signora Orlandi ha spostato l’attenzione sul lato della coscienza, del ruolo che il prelato riveste, indirizzandolo a ciò che avrebbe dovuto fare, ovvero consolare e supportare una madre che da 34 anni attende con immenso dolore la verità sulla sorte crudele della sua bambina. “Emanuela Orlandi non è un «caso chiuso», è mia figlia. E io la cercherò finché il Signore mi terrà in vita”, ha chiosato Maria Pezzano Orlandi.

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