Dopo la conferma della condanna di Alberto Stasi a 16 anni di reclusione la reazione dell’accusa è stata evidentemente di soddisfazione per la decisione di non riaprire ancora una volta un processo “infinito”. «Siamo soddisfatti perché è stata confermata una sentenza giusta. E ora speriamo che sia davvero finita», spiega all’Ansa Rita Poggi, la mamma di Chiara presente in aula questa mattina per la sentenza della Cassazione. «Eravamo fiduciosi. Anche parlando con il nostro avvocato, non ci sembrava che ci fosse qualcosa di cui preoccuparsi. Ora Stasi abbia l’umiltà di dire basta, prendere atto della sentenza e smetterla», spiega con pacatezza nei modi ma durezza nei contenuti la mamma della vittima dell’orrendo delitto di Garlasco. Rita chiede poi che Stasi inizi a restituire gli oltre 1,2 milioni di risarcimenti per spese legali e danni morali: «finora non ci ha dato nulla». (agg. di Niccolò Magnani)
Alberto Stasi rimarrà in carcere, per 16 anni e non avrà nuovo processo: la decisione arrivata questa mattina dalla Cassazione è chiaro e non accoglie il ricorso della difesa sulla possibilità di un nuovo processo d’appello ter per l’ex studente Bocconi condannato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. La decisione arrivata in ritardo questa mattina (era attesa per ieri) dichiara inammissibile il ricorso dei legati di Stasi che chiedevano la sospensione della pena in vista di un nuovo processo di appello. «La sentenza definitiva emessa dalla Suprema Corte il 12 dicembre 2015, dopo il precedente annullamento dell’assoluzione e l’appello bis, non merita critiche», ha proferito la Cassazione stamani. Non molla l’avvocato della difesa, Angelo Giarda, che dopo l’udienza esclama: «Siamo convinti dell’innocenza di Alberto: sia la Corte d’assise d’appello, nel processo bis, sia la Cassazione, hanno violato i principi fissati dalla Corte europea dei Diritti Umani in tema di difesa. Nel ricorso in Cassazione abbiamo rilevato errori di fatto relativi all’assunzione di prove dichiarative». (agg. di Niccolò Magnani)
Sono ore di attesa per Alberto Stasi, l’ex bocconiano condannato a 16 anni per il delitto di Garlasco in cui il 13 agosto 2007 perse la vita la fidanzata Chiara Poggi. Come riportato dall’edizione milanese de Il Corriere della Sera, il sostituto pg della Cassazione Roberto Aniello ha chiesto che tale condanna non venga revocata come auspicato dai legali di Stasi, che hanno presentato ricorso ai giudici della prima sezione penale della Suprema Corte ravvisando errori e vizi della sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’appello meneghina nel 2014, che inchiodò Stasi dopo che l’imputato era stato precedentemente assolto per due volte nei giudizi di merito.
Una posizione, quella espressa dal sostituto procuratore Aniello, che non convince assolutamente la difesa di Stasi, che ancora stamattina, attraverso il legale Angelo Giarda, ha fatto valere in aula le proprie motivazioni:”Siamo convinti dell’innocenza di Alberto Stasi: sia la Corte d’assise d’appello, nel processo Bis, sia la Cassazione, hanno violato i principi fissati dalla Corte europea dei Diritti Umani in tema di difesa. Con il ricorso presentato in Cassazione abbiamo rilevato errori di fatto relativi all’assunzione di prove dichiarative”.
La decisione della Cassazione sulla sospensione della condanna a 16 anni di carcere di Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi è attesa tra stasera e domani mattina. Come riferisce la versione online de Il Corriere della Sera, nel caso in cui il ricorso presentato dalla difesa di Stasi venisse accolto, il giovane, detenuto nel carcere di Bollate, potrebbe tornare in libertà in attesa che si celebri un nuovo processo. Di certo una soluzione simile non sarebbe accolta positivamente dalla famiglia di Chiara Poggi, che attraverso la memoria depositata dai legali Gianluigi Tizzoni e Francesco Compagna ha fatto sapere che dal suo punto di vista:”I numerosi indizi già esistenti hanno finito per integrarsi come le tessere di un mosaico, senza che vi sia necessità di rivalutare l’attendibilità delle testimonianze già acquisite”. Stasi, dunque, per loro è colpevole dell’omicidio di Chiara alla luce di tutti gli “accertamenti tecnici già eseguiti”.