L Oggi il Papa ha ricevuto in aula Paolo VI i delegati della Cisl, che comincia il suo Congresso nazionale. Del discorso sono stati ripresi molto i passaggi relativi alle pensioni d’oro, che Bergoglio ha definito “un’offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni”. Tuttavia il Santo Padre nel suo discorso ha parlato molto di lavoro, spiegando che “la persona si realizza in pienezza quando diventa lavoratore, lavoratrice; perché l’individuo si fa persona quando si apre agli altri, alla vita sociale, quando fiorisce nel lavoro”. Inoltre, ha definito il lavoro “una forma di amore civile”, “che ci fa vivere e porta avanti il mondo”. Auspicando che si possa arrivare a un patto sociale per il lavoro, per far sì che i lavoratori più anziani lavorino meno per dare più opportunità ai giovani, ha evidenziato che “il dono del lavoro è il primo dono dei padri e delle madri ai figli e alle figlie, è il primo patrimonio di una società. È la prima dote con cui li aiutiamo a spiccare il loro volo libero della vita adulta”. 



Il Papa ha però voluto anche ricordare al sindacato due “sfide epocali” che deve affrontare e superare. “La prima è la profezia”, ha detto Francesco, spiegando che il sindacato rinasce ogni volta che “smaschera i potenti smaschera i potenti che calpestano i diritti dei lavoratori più fragili, difende la causa dello straniero, degli ultimi, degli ‘scarti’”. Solo che il sindacato “ha finito per somigliare troppo alla politica, o meglio, ai partiti politici, al loro linguaggio, al loro stile”. La seconda sfida è l’innovazione. “Il sindacato non svolge la sua funzione essenziale di innovazione sociale se vigila soltanto su coloro che sono dentro, se protegge solo i diritti di chi lavora già o è in pensione”, “La vostra vocazione è anche proteggere chi i diritti non li ha ancora, gli esclusi dal lavoro che sono esclusi anche dai diritti e dalla democrazia”, ha spiegato Bergoglio, che ha invitato quindi i sindacalisti a fare di più e a convertirsi, cioè a fare “un passo in meglio nel vostro lavoro, che sia migliore”.

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