Un elicottero della polizia ha attaccato ieri le sedi del ministero dell’interno della Corte suprema a Caracas, capitale del Venezuela. A bordo un poliziotto che poi ha pubblicato su alcuni social network una sorretta di manifesto che chiede alle forze dell’ordine di unirsi al popolo nella lotta per cacciare il dittatore socialista Maduro che sta reprimendo nel sangue le manifestazioni popolari. Il governo del regime ha commentato essersi trattato di un attacco terroristico. In Venezuela, paese messo in ginocchio dalle politiche economiche fallimentari del dittatore Chavez prima e di Maduro oggi, le vittime della repressione sono oltre 70. (Agg. Paolo Vites)



Per la Corte di Cassazione la condanna a 16 anni per Alberto Stasi, condannato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi deve essere confermata. Nessun processo d’appello tre come chiedevano gli avvocati difensori. Il ricorso per riaprire il caso, sospendere la pena e andare a nuovo processo è stato dichiarato inammissibile. Stasi dunque resta in carcere condannato dopo tre processi che hanno nostrano lacune vistose da parte dell’accusa soprattutto per via di indagini condotte dalle forze dell’ordine e dalla magistratura a dir poco lacunose. (Agg. Paolo Vites)



Un attacco informatico di grosse dimensioni è stato messo in opera da alcuni hacker russi, quest’ultimi hanno colpito in maniera indiscriminata in tutto il mondo. Ad essere bersagliati società inglesi, tedesche e americane, indiane e cinesi, colpito anche il reattore nucleare di Chernobyl che è stato spento per alcune ore in via precauzionale. I malfattori tramite l’invio di una mail bloccano il sistema operativo del personal computer preso di mira, quest’ultimo per essere “liberato” ha bisogno di una stringa di comandi ben determinata, stringa che viene inviata dagli hacker solo dietro il pagamento di 300 dollari americani. Non è la prima volta che un attacco del genere avviene, nell’ultimo avvenuto poche settimane fa, sono stati quantificati danni per svariati miliardi di dollari.



Continua a mietere teste eccellenti l’inchiesta sulla centrale acquisti unica, un inchiesta che fino adesso ha inguaiato alcuni ufficiali dei carabinieri e alcuni esponenti politici, tra i quali spicca il ministro allo sport Luca Lotti. Oggi a finire sul registro degli indagati il pubblico ministero Woodstock e la giornalista Rai Sciarelli. Entrambi sono accusati dalla procura capitolina di rivelazioni di segreto d’ufficio, relativamente ad alcune tranche dell’inchiesta. La fattispecie di reato sarebbe stata commessa nel dicembre scorso quando l’inchiesta passò da Napoli a Roma, immediatamente dopo alcune carte coperte da segreto finirono sui giornali, una situazione che adesso i magistrati romani vogliono chiarire.

Una donna di 46 anni, Concetta Candito, si è data fuoco ieri per protestare contro il mancato accredito dell’indennità di disoccupazione, indennità che gli spettava in quanto licenziata da gennaio. La donna che fino al 13 gennaio aveva un rapporto con una birreria, si è recata oggi presso gli uffici dell’INPS, qui dopo aver avuto un colloquio, a detta dei testimoni molto agitato, con una addetto allo sportello, si è versata del liquido incendiario sul corpo e si è data fuoco. Immediatamente soccorsa è stata trasportata al vicino nosocomio cittadino, dove i sanitari hanno riscontrato ustioni sul settanta per cento del corpo, cosa che di fatto la pone in grave pericolo di vita.

Continua a restare altissima la tensione nel partito democratico, un partito che di fatto ha dovuto archiviare una pesante sconfitta alle ultime elezioni amministrative, soprattutto nel secondo turno. Oggi in diretta sui social Matteo Renzi ha liquidato la questione cercando di sdrammatizzare, e consigliando i suoi compagni di partito a non litigare per non rafforzare il centrodestra. Le ire del segretario erano soprattutto verso Romano Prodi, reo secondo Renzi di fomentare la minoranza interna. Immediatamente è giunta la risposta di Prodi che tramite il suo addetto stampa si è detto pronto a farsi da parte. Nella polemica è intervenuto finanche Orofini, che ha consigliato di cercare di ricomporre la questione interna.

La Juventus inizia a muovere le sue pedine. L’obiettivo numero uno in questo momento è Federico Bernardeschi, il cui cartellino vale circa 50 milioni di euro, almeno è questa la valutazione data dalla Fiorentina al suo talento, ex giovane promessa della squadra Primavera. La Juve pare intenzionata ad offrire più di 40 milioni di euro, oltre a vari bonus legati alle prestazioni del giocatore e agli obiettivi raggiunti dal club nella prossima stagione. Inoltre la Juventus sta cercando di imbastire le trattative per portare sotto la Mole Antonelliana due giocatori cresciuti nel vivaio del Milan, Darmian e De Sciglio. Appare più facile arrivare al terzino del Manchester United in questo momento, sebbene il giovane calciatore del Milan pare abbia rotto con l’ambiente rossonero. Intanto in casa Inter si continua a valutare le offerte per Perisic, per il quale il Manchester United di Josè Mourinho si è spinto fino a 30 milioni di euro, anche se restano ben lontani dalla valutazione di 50 milioni data dal club nerazzurro al calciatore croato.

Appare ormai scontata la cessione di Banega al Siviglia, per 9 milioni di euro. Congelato il rinnovo Donnarumma, almeno fino al termine dei Campionati Europei, il Milan si appresta a concludere l’affare Kalinic dalla Fiorentina, dopo i frequenti contatti con l’agente Ramadani. Intanto Gabriel Paletta ha ottenuto il via libera per andare al Torino, dove ritroverà Mihajlovic. Capitolo Roma: chiuso l’affare Karsdorp dall’Olanda, il giocatore è sbarcato oggi a Fiumicino per le visite e la firma. Il prossimo colpo del nuovo ds Monchi potrebbe essere Berardi del Sassuolo, anche se la valutazione del calciatore da parte del club neroverde è altissima.