Il procuratore di Napoli facente funzioni Nunzio Fragliasso ha assicurato che l’inchiesta condotto con Henry John Woodcock sugli appalti Romeo, il filone napoletano dell’indagine Consip, prosegue. «Ieri mattina mi sono incontrato con Woodcock per fare il punto sulla situazione», ha dichiarato all’indomani della notifica dell’avviso di garanzia dei pm di Roma nei confronti di quello napoletano. Fragliasso ha inoltre ricordato che «anche per i magistrati vale il principio della presunzione di innocenza». Il procuratore reggente ha poi spiegato di non aver ricevuto alcuna richiesta di astensione dalle indagini sugli appalti Romeo da parte di Woodcock, precisando che farà le sue valutazioni, qualora gli venisse presentata. Stando a quanto riportato dall’Ansa, probabilmente si attende l’esito dell’interrogatorio di Woodock, fissato a Roma il 7 luglio prossimo, per eventuali decisioni sulla conduzione dell’inchiesta napoletana. Intanto il pm Woodcock non ha rilasciato alcuna dichiarazione: è stato impegnato in una requisitoria di un processo contro esponenti di un clan della camorra. (agg. di Silvana Palazzo)



Il caso Consip che apre ancora una volta un filone “importante” in queste ore è preso dalle indagini nuove a carico del Pm Woodcock e della compagna e nota conduttrice Federica Sciarelli. In tutto questo il Fatto Quotidiano è nel mirino avendo pubblicato le carte della Consip a dicembre con Marco Lillo che ieri ha smentito che le sue fonti siano state il pm napoletano e la compagna conduttrice di Chi l’ha visto; oggi arriva anche la difesa del direttore de Il Fatto, Marco Travaglio che parla di “immenso granchio” della Procura di Roma sull’intera vicenda Woodcock. «C’è stato purtroppo un grosso equivoco nato dal fatto che, sapendo che Federica Sciarelli ha notoriamente da molti anni una relazione sentimentale con il pm Woodcock, i magistrati di Roma che vogliono scoprire come abbiamo fatto a sapere che c’era l’inchiesta su Consip, rivelandola il 21 dicembre del 2016, sono andati a prendere il tabulato telefonico di Marco Lillo, autore dello scoop, e di Federica Sciarelli e hanno scoperto che i due si sono sentiti il giorno 20», spiega il giornalista tra le prime firme sul caso Consip contro il “cerchio” di Matteo Renzi.



Woodcock in quei giorni impegnato nelle indagini Consip aveva addirittura “mentito” alla compagna su dove si trovava per tenere segreto il tutto, spiega ancora Travaglio confermando Lillo, e per questo motivo «Se gli elementi sono solo questi – conclude il direttore del ‘Fatto’ – stiamo parlando di un gigantesco granchio». Simpatica la “replica” del collega del Corriere della Sera, Antonio Polito, su Twitter pochi istanti fa: «Ma la linea giustizialista non era “meglio prendere un granchio che un pugno di mosche”?» (agg. di Niccolò Magnani)

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Marco Lillo, giornalista de Il Fatto Quotidiano, in un’intervista-confessione a Dagospia si è detto perplesso per la decisione della Procura di Roma di indagare Federica Sciarelli, conduttrice della popolare trasmissione “Chi l’ha visto”, per una fuga di notizie sul caso Consip. “Rivelazione di segreto in concorso” l’accusa per la Sciarelli assieme al Pubblico Ministero Henry John Woodcock, al quale è legata da una relazione sentimentale. Lillo ha affermato di essere pronto a testimoniare presso il Procuratore Giuseppe Pignatone. Autore del libro “Di padre in figlio” con le carte inedite sul caso Consip e le prove che legherebbero alla vicenda l’ex Premier Matteo Renzi ed il padre Matteo, Lillo si è detto pronto ad affermare davanti ai giudici come non sia stata Federica Sciarelli a metterlo in contatto con Henry John Woodcock per ottenere le informazioni necessarie per redigere i suoi articoli su Il Fatto Quotidiano relativi al caso Consip.

Un equivoco sarebbe alla base del fatto che dai tabulati telefonici risulta che Lillo si sia sentito con Federica Sciarelli il giorno stesso in cui ha avuto il colloquio decisivo con Woodcock, lo scorso 20 dicembre, per parlare dei fatti relativi al caso Consip che gli hanno permesso poi di realizzare il primo articolo sulla questione. Lillo avrebbe contattato Federica Sciarelli semplicemente per chiedergli dove potesse raggiungere Woodcock, momentaneamente irreperibile, proprio in virtù della relazione che lega i due. Lillo doveva parlare con Woodcock per avere riscontro su una notizia e non è stata dunque la conduttrice a rivelargli aspetti dell’inchiesta che erano sotto segreto d’ufficio. Un’accusa grave che oltre alle indagini è costata alla Sciarelli anche il sequestro del telefono cellulare. Ed anzi, in quei giorni l’irreperibilità di Woodcock era dovuta proprio alla necessità di secretare dei particolari dell’indagine, come la Sciarelli avrebbe detto a Lillo il giorno dopo, confermando come il PM non avesse rivelato informazioni sensibili sul caso.

Lillo si è soffermato soprattutto sul sequestro del telefono cellulare della conduttrice, evidenziando come le tantissime inchieste di “Chi l’ha visto”, condotte spesso in prima persona da Federica Sciarelli, con contatti, messaggi, numeri e testimonianze, siano ora in mano della Procura di Roma. Una conseguenza trasversale che Lillo ha definito ingiusta e gravissima, considerando come i fatti dimostrino che Woodcock, per non lasciarsi sfuggire particolari decisivi sull’inchiesta, abbia addirittura mentito alla persona a lui più vicina, la sua compagna, rendendosi irreperibile nei giorni precedenti al Natale. Lillo ha infine espresso disappunto verso il collega del Corriere della Sera Giovanni Bianconi, che ha reso nota la notizia dell’indagine su Woodcock e la Sciarelli per rivelazione di segreto in concorso, senza confrontarsi prima con lo stesso Lillo che, spiegando la sua versione dei fatti, avrebbe potuto evitare che il nome dei due venisse sbattuto in prima pagina.