600 docenti universitari, in una missiva congiunta, chiedono al Ministero dell’Istruzione di riprendere lo studio del latino nelle scuole del nostro paese. Gli studenti non sanno l’italiano, e non padroneggiano la lingua come i loro coetanei del passato. Questo è ciò che emerge sin dalla scuola secondaria, la vecchia scuola media: le lacune sono sempre più numerose e l’addio allo studio del latino è andato di pari passo con il peggioramento degli studenti nella lingua italiana. Questo viene evidenziato dai professori universitari che hanno raccolto ben seicento firme tra colleghi per proporre la restaurazione della lingua di Cicerone nelle scuole. L’istruzione classica, in particolar modo nell’ultimo decennio, ha perso parecchi punti nella gerarchia educativa scolastica, ed un suo rilancio secondo i docenti che hanno firmato l’appello sembra indispensabile per superare i recenti problemi.



Maurizio Bettini sulle colonne del quotidiano La Repubblica scrisse un articolo che rivalutava già alcuni anni fa lo studio della lingua latina come mezzo per apprendere in maniera migliore anche quella italiana. Le caratteristiche dello studio del latino aiutano a comprendere grammatica e sintassi nonché l’etimologia delle parole. Viene perorata anche l’iscrizione a scuole come il Liceo Classico che stanno diventando un po’ fuori moda, a giudicare dalle scelte più recenti degli studenti. La soluzione potrebbe essere attuare un processo di modernizzazione dell’insegnamento delle lingue antiche, soprattutto per portare i messaggi ed i pensieri dei poeti latini e greci nei tempi moderni ed adeguarli all’attualità, per renderli maggiormente comprensibili agli studenti del nostro tempo. Far uscire il latino dalla teca impolverata dove è finito potrebbe essere la chiave per superare le carenze in italiano che affliggono gli studenti contemporanei.

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