Un giovane casaranese, nella provincia di Lecce, scampato per un soffio a un tentativo di Lupara Bianca, che resta in silenzio davanti al PM senza neanche provare a chiarire l’accaduto. E’ questo lo scenario che si è trovato davanti il sostituto procuratore dell’antimafia Guglielmo Cataldi. Una situazione complessa con la vittima, Ivan Caraccio, che sarebbe venuto a conoscenza di segreti a dir poco scottanti relativi al clan Montedoro, che avrebbe progettato nei minimi particolari il suo omicidio, poi sventato in extremis grazie ad un vero e proprio blitz nelle forze dell’ordine. Ma Caraccio, forse consapevole di avere una vera e propria condanna a morte pendente sulla sua testa, ha deciso almeno per il momento di non collaborare con gli inquirenti e di tenere solamente per se il peso dei segreti che lo hanno messo in pericolo di vita.
Le intercettazioni al clan Montedoro hanno permesso ai carabinieri di sbrogliare la matassa che stava portando alla pianificazione dell’omicidio di Ivan Caraccio a Casarano, tramite le modalità della lupara bianca. Caraccio viene definito nelle intercettazioni che sono state raccolte in ben 72 pagine come un soggetto assolutamente inaffidabile, ormai completamente fuori dagli interessi del clan e soprattutto, peccato considerato più grave perché maggiormente capace di procurare pericoli, incapace di rispettare il vincolo dell’omertà. Omertà che però si è ripresentata quando è stato chiamato a deporre davanti al sostituto procuratore Cataldi. Secondo gli inquirenti, ma per ora queste sono solo ipotesi, Ivan Caraccio potrebbe essere a conoscenza di particolari sui quali si indaga da anni riguardo la malavita casaranese, in particolare riguardo l’omicidio di Augustino Potenza. Sicuramente dalle intercettazioni è stato accertato come un omicidio per lupara bianca fosse ormai in preparazione per cercare di neutralizzare la figura, ormai scomodissima per il clan Montedoro, di Ivan Caraccio.