Il caso di Fortuna Loffredo resta uno dei più raccapriccianti degli ultimi anni, nonché ricco di colpi di scena. Oggi, nell’udienza del processo a carico di Raimondo Caputo e Marianna Fabozzi, l’accusa ha avanzato le richieste di condanna per i due imputati. Prima di dare la parola ai pm, come rivela Il Gazzettino nell’edizione online, il presidente della quinta sezione di Corte di Assise di Napoli ha letto una lettera scritta dai detenuti del padiglione Roma del carcere di Poggioreale nel quale è detenuto Titò, nel reparto “sex offender”. Una lettera che, a detta degli stessi detenuti, è stata scritta per “obbligo morale” e per “equità di giustizia” e nella quale hanno smentito quanto aveva dichiarato nella precedente udienza il detenuto e compagno di cella di Caputo, Mario Della Valle. Nella missiva, sebbene i detenuti appellino Titò e Della Valle come due depravati per gli abusi sessuali dei quali si sarebbero entrambi macchiati, hanno definito false le presunte confidenze che Titò avrebbe avuto in cella. A seguire, la requisitoria definita “fredda, lucida, circostanziata” nonché “multimediale” da parte del pm Maone che ha collocato senza ombra di dubbi l’imputato Caputo sul luogo del delitto della piccola Fortuna Loffredo.
Il processo per il delitto di Fortuna Loffredo si avvia rapidamente verso le sue battute finali. Oggi si è svolta l’importante udienza riservata alla requisitoria del procuratore aggiunto Domenico Airoma e del pm Claudia Maone, al termine delle quali sono state avanzate le richieste di condanna a carico dei due imputati, Raimondo Caputo, accusato dell’omicidio della piccola Chicca e delle violenze sessuali a suo scapito e Marianna Fabozzi, accusata di aver saputo e taciuto gli abusi dell’uomo, suo ex compagno, nei confronti delle sue stesse figlie. Come riporta Repubblica.it, il pm ha così chiesto la condanna all’ergastolo e 6 mesi di isolamento diurno per Caputo, detto Titò, e 10 anni di carcere per l’ex compagna Marianna Fabozzi. A tre anni di distanza dalla morte drammatica di Fortuna Loffredo, dunque, sta per concludersi il primo importante tassello di questa incredibile vicenda, iniziata il 24 giugno 2014, quando Chicca, di appena sei anni, perse la vita precipitando dai piani alti del suo palazzo, al Parco Verde di Caivano.
Ad incastrare Caputo era stata la testimonianza di alcune baby testimoni e sulla base di ciò, oggi in aula il pm ha commentato: “Condannando Caputo scriverete che l’omertà non serve, che la verità è più forte e alla fine viene fuori. In questo caso è venuta fuori per bocca dei bambini, gli adulti in questa vicenda non ci hanno fatto una bella figura”. Indipendentemente dalla condanna, ha aggiunto il magistrato, resta comunque “una sconfitta per l’umanità”. Nel corso della sua lunga requisitoria, Airoma ha anche evidenziato tra gli elementi di prova il contenuto delle intercettazioni ambientali e la testimonianza della migliore amica di Fortuna Loffredo che sarebbe stata la testimone degli ultimi istanti di vita di Chicca. Importante, al fine della richiesta all’ergastolo, anche la testimonianza di un compagno di cella di Caputo e che lo scorso 7 giugno aveva rivelato una confessione fatta da Titò mentre si trovava in cella: “Caputo ha raccontato di aver abusato delle figlie della compagna e di aver abusato e ucciso Fortuna Loffredo”. Solo dopo l’arrivo dell’ordinanza, i detenuti hanno creduto alla versione di Titò. “A quel punto l’ho picchiato”, aveva aggiunto il compagno di cella, Mario Della Valle.