Timore per Johnny lo Zingaro, al secondo Giuseppe Mastini, condannato all’ergastolo dal 1989 e sospettato di aver avuto un ruolo di complice nell’omicidio di Pier Paolo Pasolini. L’uomo sta scontando la sua pena presso il carcere di Fossano, ma come rivela Repubblica.it oggi non si sarebbe presentato alla scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte, in provincia di Savona, nella quale era stato chiamato a svolgere un periodo di lavoro in semilibertà, come stabilito dal Tribunale. Questa mattina era atteso alle ore 8:00 in punto ma non si è presentato facendo scattare l’allarme. Dopo le 19:30, tempo limite per presentarsi al carcere di Fossano è diventato ufficialmente un evaso. Da questa mattina, di lui si sono perse le tracce ed ormai da ore è ricercato in tutta la Regione Liguria. Secondo le ultime indiscrezioni, l’uomo si trovava su un treno insieme ad altri tre detenuti anche loro provenienti da Torino e diretti a Cairo, ma mentre i suoi “colleghi” sono scesi, lui ha proseguito il suo viaggio a bordo del convoglio diretto a Savona.
Mentre prosegue la caccia all’uomo dopo l’ufficialità dell’evasione di Johnny lo Zingaro, scattata ufficialmente in serata, ci si domanda dove possa essere andato il 57enne ritenuto uno dei più noti ergastolani d’Italia, condannato per diversi omicidi e rapine. Come rivela Cronacaqui.it, l’uomo si trovava in semilibertà e da sette mesi lavorava alla scuola di polizia penitenziaria Cairo Montenotte, dove però questa mattina non si è presentato. Tutti i giorni, alle 8:00 in punto, Johnny lo Zingaro si presentava puntuale arrivando a Cairo in treno da Fossano. Qui svolgeva alcuni piccoli lavori di manutenzione e pulizia. Descritto come una persona tranquilla e cordiale, chi lo conosce non riesce a spiegare cosa lo abbia spinto oggi a sparire nel nulla fino a farlo definire, dalle 19:30, ufficialmente evaso. Se avesse voluto, infatti, avrebbe potuto farlo anche in precedenza. Dopo non essersi presentato oggi alla Scuola, è stato prontamente dato l’allarme alla direzione del carcere di Fossano.
Durissima la posizione dell’Osapp, l’organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria. Il segretario generale, Leom Beneduci, ha commentato: “Certi fatti dimostrano il degrado a cui sono giunte le istituzioni penitenziarie, soprattutto laddove il buonismo fuori luogo applicato ad oltranza nei confronti dei detenuti, quale che ne sia la pericolosità, arreca danno dapprima ai poliziotti penitenziari del tutto abbandonati a se stessi e poi agli inermi cittadini costretti a subire le conseguenze delle disfunzioni penitenziarie”.
Ha un curriculum criminale di tutto rispetto poiché sono numerosi i reati a lui attribuiti. Quando ancora minorenne finì in manette per l’omicidio di Vittorio Bigi, autista romano di tram. All’epoca fu condannato a 15 anni di carcere ed approfittando di un permesso premio tentò la fuga. Durante la sua latitanza fu fermato a Roma per un controllo insieme a Zaira Pochetti, sua compagna. Ne nacque un conflitto a fuoco nel quale fu ucciso l’agente Michele Giraldi e ferito il collega Mauro Petrangeli. Prima dell’arresto sottrasse l’auto ad una coppia minacciata con una pistola e sequestrò la ragazza. “Non ricordo un gran che (di quella sera). Ero completamente fatto di whisky, tavor e cocaina”, dichiarò in seguito l’ergastolano ora nuovamente evaso. Il nome di Giuseppe Mastini però, finì anche nell’inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini sebbene lui si fosse sempre definito estraneo ai fatti.