Il 30 giugno si commemorano i santi Protomartiri romani, ovvero le vittime delle persecuzioni di Nerone nel 64, a seguito dell’incendio della città avvenuto nel mese di luglio. In quel periodo, 30 anni dopo la morte di Cristo, la comunità cristiana di Roma era ancora molto piccola. I convertiti erano principalmente ebrei e molti degli stessi cittadini romani faticavano fatica a capire la differenza fra ebrei e cristiani. In molti casi i cristiani erano semplicemente considerati una setta ebraica, ma nonostante la grande tolleranza religiosa romana erano visti come dei nemici dello Stato. Questo dipendeva dal fatto che i cristiani si rifiutavano di rendere omaggio e fare sacrifici agli dei di Roma, per cui secondo il parere comune contribuivano a rendere le divinità di cattivo umore attirando le loro ire sulla Città Eterna. In più i cristiani si rifiutavano di fare il servizio militare, considerato un essenziale contributo all’Impero per tutti i giovani romani.
Con l’incendio del luglio 64, le cui vere cause sono tutt’ora ignote, Nerone trovò l’occasione per mettere alla gogna quella piccola comunità così poco allineata agli standard romani e che non faceva nulla per uniformarsi ed era anzi fiera della propria diversità. A seguito di queste persecuzioni, che proseguirono ad ondate fino al 67, morirono un numero imprecisato di cristiani, fra cui gli stessi Apostoli san Pietro e san Paolo. Il primo fu crocifisso presso il circo neroniano, dove oggi sorge la Basilica di S. Pietro, mentre il secondo fu decapitato. Buona parte dei santi Protomartiri romani resta però senza nome. La vicenda è nota principalmente grazie allo storico e senatore Tacito, che descrive la persecuzione nei suoi Annales. Lo storico, generalmente molto critico verso la nascente religione cristiana, si lascia invece in questo caso coinvolgere emotivamente dalle atrocità commesse durante le persecuzioni, tanto brutali da risvegliare la sua compassione. Ai santi Protomartiri romani è dedicata una delle parrocchie della Città di Roma. La chiesa sorge proprio nella zona dove avvennero parte dei martiri del 64/67. La maggior parte di questi fu concentrata negli orti neroniani, oggi parte dei giardini Vaticani, e presso il circo neroniano, dove oggi sorge la Basilica di S. Pietro.
I Santi Protomartiri vengono ricordati a Roma il 30 giugno con una messa solenne seguita da una processione per le vie della Città del Vaticano. A questa processione, molto sentita dai fedeli romani, partecipano solitamente anche delegazioni della Guardia Svizzera, della Gendarmeria Vaticana e rappresentanze dell’Associazione di S. Pietro e Paolo. Il culto dei due Apostoli è infatti strettamente legato a quello dei santi Protomartiri, con cui hanno condiviso il martirio.
Il 30 giugno, oltre ai santi Protomartiri romani, vengono ricordati anche il vescovo Sant’ Adolfo di Osnabruck, il sacerdote e martire Beato Filippo Powell, i martiri Santi Raimondo Li Quanzhen e Pietro Li Quanhui, l’eremita San Teobaldo di Provins e il martire San Basilide di Alessandria. Quest’ultimo era un comune soldato romano di origini egiziane, vissuto all’inizio del III secolo. Convertitosi al cristianesimo rifiutò di giurare di fronte alle immagini delle divinità civili e per questo fu imprigionato e dovette affrontare il martirio.