In una lunga chiacchierata con il quotidiano Avvenire, il nuovo presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti ha voluto tratteggiare i punti chiave della sua nuova Presidenza alla guida della conferenza Episcopale Italiana. Chi annunciava prima della sua elezione, una possibile e molto vicina assonanza ai punti chiave del Pontificato di Papa Francesco, ci aveva visto giusto. «Dialogo rinnovato, responsabilità condivise, profonda unità di intenti nella Cei e basta a qualsiasi tentazione di potere ecclesiale»: le parole di Bassetti, durissime contro il “potere” anche nella Chiesa Cattolica, scuotono un ambiente in grande fermento per l’addio di Bagnasco, continuatore dell’opera di Ruini, e il “nuovo” Bassetti, da arcivescovo di Perugia fino alla direzione dei vescovi italiani. Nel colloquio cita spesso Don Milani, Don Barsotti, Don Diana, Don Puglisi e Don Mazzolari, per affermare che fra Chiesa e mafie non vi devono essere sconti d’ogni genere: «fra Chiesa e mafie non sono ammessi “inchini” e chi vive nelle organizzazioni criminali è fuori dalla comunione ecclesiale anche se si ammanta di religiosità». Per il Cardinale la Chiesa deve tornare dagli ultimi e non può marcare alcuna connivenza con il potere dei pochi e dei criminali che preferiscono vivere all’interno delle Mafie e della organizzazioni criminali.
Ma non solo con la Mafia, le invettive di Bassetti colpiscono anche la politica intesa come ormai oggi si sta prefigurando: «il Paese vive una «crisi profonda della politica» che è «sempre più autoreferenziale e distaccata dai problemi veri della gente» perché non si affronta «la nuova questione sociale la quale tiene insieme migrazioni, ambiente, bioetica ed economia». Il presidente Cei infine striglia “il cattolico” politico per come si è purtroppo inteso molte volte anche nel recente passato il servizio per il bene comune, e punta ad una nuova ondata di cattolici in politica con dei forti distinguo: «non servono politici baciapile e più clericali del clero, sogno politici che ascoltino la gente, che trovino lo spazio per pregare, che pratichino la giustizia, che diano voce agli ultimi».
Secondo il nuovo presidente della Cei, bisogna ritornare a guardare al grande esempio di Papa Paolo VI, ex arcivescovo di Milano: «ripartire dallo spirito che animò l’allora Giovanni Battista Montini, poi Paolo VI, il quale si spese per formare schiere di giovani “adulti nella fede” in grado di dedicarsi allo sviluppo del Paese. Una scuola di sana laicità che fa bene a tutti». Un uomo prima ancora che un cittadino, impegnato con la propria vita di fede e dunque con quanto accade intorno a lui: in questo senso la politica deve ritornare umile e “semplice”, secondo sia il Vaticano che la Nuova Presidenza Cei. «La povertà è la mia maestra di vita e la Chiesa deve re-imparare dai poveri», secondo sia le specifiche esigenze del popolo italiano quanto del fenomeno migratorio che ogni giorno porta nel nostro Paese situazioni di gravissima emergenza e povertà. «C’è urgenza di un nuovo stile di vita e soprattutto di un’attenzione autentica, anche da parte della politica, ai problemi della povertà», ammonisce ancora Bassetti.
In conclusione, guardando ai fenomeni migratori, il nuovo presidente Cei esclama, «vedo un’indole del rifiuto favorita dalla crisi e amplificata dalla demagogia. E’ necessario superare l’indifferenza e anteporre ai timori un generoso atteggiamento di accoglienza. La Chiesa italiana sta dando l’esempio anche ricevendo critiche cui, però, non bada. Inoltre tante famiglie e associazioni sono diventate “abbraccio caloroso” per chi fugge dalla guerra e dalla povertà».