Donald Trump si scaglia ancora una volta, per il secondo giorno consecutivo, contro il sindaco di Londra Sadiq Khan dopo l’attentato avvenuto a London Bridge. Nasce tutto ieri quando il primo cittadino di Londra aveva chiesto alla città di rimanere calma e vigile e di non avere ragioni per essere allarmati; Trump aveva risposto criticando aspramente, «Almeno 7 morti e 48 feriti in un attacco terroristico e il sindaco di Londra dice che no c’è ragione di essere allarmati!». Oggi però arriva il secondo “round”, visto che da un lato Khan ha contro replicato di diverso occupare di questioni ben più importante che rispondere agli attacchi di Trump. «La mia esortazione era volta a mantenere la calma per la rafforzata presenza di forze dell’ordine, non per la minaccia terroristica in sé», aveva scritto ancora ieri sera il sindaco londinese.
Oggi infine la stoccata definitiva ode presidente Usa, in aperta “guerra” contro il sindaco musulmano della città di Londra: «Patetica scusa del sindaco di Londra Sadiq Khan che ha dovuto ripensare velocemente la sua dichiarazione “nessun motivo di allarme. I media main stream si stanno dando molto da fare per diffonderla» scritto su Twitter poco fa il presidente. (agg. di Niccolò Magnani)
Pathetic excuse by London Mayor Sadiq Khan who had to think fast on his “no reason to be alarmed” statement. MSM is working hard to sell it!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 5 giugno 2017
Spuntano novità importanti riguardo le indagini sull’attentato di Londra che ha di nuovo sconvolto l’intera Inghilterra a tre giorni dalle Elezioni Politiche: pare infatti che uno dei tre killer fosse già stato denunciato in passato alla polizia, addirittura da una cittadina italiana che vive da anni in Regno Unito. Come riporta Rai News stamane, si chiama Enrica Gasparri ed è una vicina di uno dei tre killer uccisi e responsabili dell’attentato al London Bridge: due anni fa aveva denunciato il britannico musulmano con un’accusa molto netta, «tentava di radicalizzare i bambini al parco giochi e anche uno dei miei figli era tornato a casa chiedendo di diventare musulmano».
La donna a quel punto aveva denunciato il tutto con Scotland Yard ma non se ne fece più nulla: poi l’attentato, due anni dopo, e tutto di nuovo viene messo in discussione, dalla sicurezza mancata alle varie avvisaglie che erano note ma che non sono state prese in seria considerazione. (agg. di Niccolò Magnani)
Son ormai noti i nomi dei tre attentatori, anche se Scotland Yard ha deciso di diffondere i tre nominativi «non appena operativamente possibile», dunque appena avranno portato i giusti sviluppi sulle indagini, tra fiancheggiatori e possibili complici sparsi nel Londinese. 7 morti sgozzati prima di essere abbattuti dagli agenti della Polizia di Londra, i tre terroristi nel commando pare fossero un marocchino e un pakistano oltre ad un britannico (ma tutto ancora deve essere confermato da Scotland Yard, al momento sono solo voci). Stamani intanto altre operazioni e blitz sempre a est della Capitale (a Dagenham) dove alcune persone sono state arrestate, addirittura un testimone ha detto al Mail Online di aver sentito una forte esplosione prima dell’irruzione. Si attende poi altre conferme dopo la rivendicazione Isis che lascia presagire come ancora una volta siamo di fronte ad un’azione di lupi solitari, radicalizzati con l’Isis ma operativi in maniera del tutto indipendente. (agg. di Niccolò Magnani)
Alla fine, l’Isis ha rivendicato gli attentati di Londra dello scorso sabato. Lo ha fatto nella serata di ieri, come fa sapere l’agenzia di stampa Agi.it, riportando le parole pubblicate sul sito Amaq che ha rivendicato a nome dell’Isis la strage londinese: “Un distaccamento di combattenti dello Stato Islamico hanno portato a termine l’attacco di Londra”. Secondo le fonti dell’organo di comunicazione dell’Isis, dunque, quanto accaduto nelle passare ore sarebbe stato opera dei combattenti del “Califfato”. In merito al bilancio delle vittime aggiornato, si parla di 7 morti e 48 feriti, 21 dei quali in condizioni critiche, tra cui anche un agente di polizia. Attualmente non sarebbero state identificate tutte le vittime, poiché mancherebbero all’appello un cittadino francese e un canadese, mentre la Farnesina sta accertando la presenza di connazionali. Tuttavia, come fa sapere Ansa, il sottosegretario degli esteri, Enzo Amendola, avrebbe ribadito che al momento non ci sarebbero italiani tra le vittime degli attacchi di Londra. Nella giornata di ieri, intanto, la polizia ha eseguito 12 fermi tra cui 4 donne. Per l’intero pomeriggio, inoltre sono proseguite le operazioni di controllo a Barking, a est di Londra e nei pressi di East Ham High Street, tutte legate agli attacchi nella Capitale. Il clima resta ancora molto teso anche alla luce della chiamata alle urne del prossimo 8 giugno. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Quanto accaduto sabato sera a Londra sta impegnando le autorità locali su più fronti. Alla luce di un bilancio di sette morti e 43 feriti ad opera di più attentatori dislocati sul London Bridge e nelle vicinanze, le autorità sospettano che il modus operandi dei terroristi stia cambiando. I tre diversi attacchi avvenuti a Londra fanno riflettere e di molto le forze di Polizia locali. Si pensa, infatti, che per disorientare le forze dell’ordine l’ISIS voglia mettere in atto più colpi contemporaneamente, assicurandosi allo stesso tempo di poter colpire un maggior numero di persone.
Un particolare evidente nell’azione di massa messa in atto dai tre diversi gruppi di terroristi, che hanno seminato panico e morte nella capitale inglese. Secondo The PM sarebbe chiaro l’intento degli attentatori di arrestare la svolta politica che il Paese sta vivendo in tema di terrorismo. Si tratta in effetti del terzo attacco in soli tre mesi, non sufficiente tuttavia ad impedire che le elezioni previste per il prossimo giovedì non vengano svolte come previsto.
Parole dure intanto provengono dalla premier inglese Theresa May, che ha voluto avvertire pubblicamente i jihadisti: “Le cose devono cambiare”. Durante una riunione a Cobra, sottolinea il Sun, la May ha sottolineato che è nella libertà di ognuno poter vivere in tranquillità e senza temere ulteriori attacchi.
“Quando è troppo, è troppo” ha ribadito la Premier, che al tempo stesso è convinta che Londra sia stata fin troppo tollerante negli ultimi tempi verso l’estremismo presente nel territorio. Secondo la May, infatti, il Paese dovrà adeguarsi a questa nuova tendenza, affrontando diversi colloqui per stanare e identificare le cellule dormienti o pronte all’imminente attivazione. “Tutto il nostro Paese deve unirsi per combattere questo estremismo”, ha concluso nel suo discorso.