La fuga di Igor Vaclavic e la sua mancata cattura continuano a fare indignare i residenti della zona rossa ed in particolare gli amici ed i parenti delle vittime del killer di Budrio. Ieri, il primo uomo ucciso, il barista Davide Fabbri, avrebbe compiuto 52 anni. Ora, come fa sapere Repubblica.it, i suoi amici chiedono sia fatta giustizia così come la vedova, Maria Sirica. Proprio coloro che lo conoscevano hanno costituito un’associazione per manifestare la loro vicinanza alla moglie rimasta sola e chiedere giustizia e che si riunirà ogni giovedì pomeriggio nel bar dove è avvenuta la tragedia. Nei giorni scorsi le tensioni sono state frequenti, soprattutto dopo uno striscione che invitava alle dimissioni del ministro Minniti, dopo oltre due mesi di vane ricerche del serbo latitante. Ora, se le cose non dovessero mutare, l’ideatore dell’associazione ha proposto un’altra iniziativa, ovvero boicottare il voto alle prossime Comunali, scrivendo sulle schede il nome di Davide Fabbri.
Una sorta di sciopero del voto, dunque, che rischia di mischiare le cose, sebbene non sia del medesimo parere proprio l’ideatore, Massimo Barbieri, ex consigliere comunale di Alternativa sociale: “Un sacco di gente è entusiasta dell’iniziativa, andranno ai seggi anche persone che altrimenti non sarebbero andate a votare. Un voto per ricordare Davide e contro l’insicurezza. La nostra associazione conta già oltre quaranta iscritti”, ha commentato.
Dopo averlo descritto come un fantasma, Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, spietato assassino di Budrio e Portomaggiore, ha iniziato ad instillare il dubbio di una sua fuga conclusasi con una possibile sparizione dall’Italia. Un sentore emerso soprattutto alla luce dell’impossibilità di catturarlo in un perimetro di territorio di circa 40 chilometri quadrati, la cosiddetta “zona rossa”. E mentre i residenti del posto evidenziavano il loro malcontento ed il sentore di un abbandono da parte delle Forze speciali e dello Stato, in concomitanza gli stessi Carabinieri tranquillizzavano sulla continuazione delle operazioni di ricerca, per le quali nell’ultimo periodo è mutata la strategia ma non l’intento finale. Catturare Igor Vaclavic resta, dunque, la priorità. Eppure la domanda che interessa oggi la popolazione tra Marmorta di Molinella e Argenta nel Ferrarese è sempre la medesima: dove si trova il serbo 36enne in fuga dallo scorso primo aprile? Di mesi ne sono trascorsi ormai due, e mentre si sospettava una fuga definitiva dell’uomo, ecco emergere sue nuove tracce che andrebbero a confermare l’intuizione degli inquirenti: Igor-Norbert si troverebbe ancora nella zona rossa e il fiuto dei cani molecolari ne avrebbe confermato ancora una volta la sua presenza.
Da qualche tempo, non solo i cani molecolari ma anche gli elicotteri con gli infrarossi avrebbero iniziato a volteggiare sopra un allevamento industriale di polli, tra Marmorta ed Argenta, cuore pulsante della zona rossa, ma come mai? Il custode dell’allevamento, un uomo straniero di 44 anni, dopo aver dubitato per diverso tempo, alla fine ha deciso di chiedere spiegazioni ai Carabinieri. A riportare la sua testimonianza è il quotidiano Il Resto del Carlino: “Ho fermato i carabinieri e ho voluto sapere perché stanno sempre qua. Mi hanno risposto che continuano a trovare tracce di Igor attorno all’impianto”, ha dichiarato.
L’allevatore di polli non si sarebbe ad oggi accorto di nulla, né avrebbe notato la sparizione di galline, eppure, i cani molecolari avrebbero trovato le tracce di Igor Vaclavic proprio in un ammasso di rifiuti adiacente l’allevamento. “Qui, però, non l’abbiamo ma visto”, ha chiarito il 44enne. Norbert, dunque, c’è e si troverebbe ancora nella medesima zona, nonostante i dubbi finora emersi. Si era fino ad oggi parlato di una sua fuga via mare, ma è invece possibile che lo spietato killer non si sia mai realmente spostato.
L’allevamento in questione, finito nel mirino delle Forze Speciali, si trova a soli pochi metri dal ponte del Morgone, dove anche qui i cani molecolari hanno individuato spesso le sue tracce, segno evidente di un suo frequente passaggio al fine di sfuggire ai Carabinieri che da oltre due mesi gli sono addosso senza però riuscire a catturarlo.
L’impianto per la riproduzione di polli si inserisce in una zona perfetta per la fuga di Igor, ovvero a pochi metri da via Argentana, dove oltre una striscia di asfalto che costeggia il fiume Reno, è possibile trovare una serie di case e casolari abbandonati che potrebbero fungere da ottimo giaciglio temporaneo per il serbo in fuga. Fra gli abitanti del posto c’è anche chi considerava Norbert una presenza fissa prima dei due omicidi dai quali sarebbe poi iniziata la sua latitanza. Dopo il secondo omicidio, quello di Portomaggiore a scapito di Valerio Verri, c’è chi lo avrebbe visto scappare in un campo: “Ma all’epoca non sapevo chi fosse”, ha dichiarato un agricoltore.