Oggi a La Vita in Diretta si è tornati sul caso incredibile avvenuto ieri nella provincia di Ferrara, a Copparo: un nuovo dramma famigliare, questa volta “al contrario” visto che è stata la donna a colpire e uccidere il compagno dopo mesi, forse anni di liti famigliari. «Non ce la facevo più. Mi deve credere. Era diventato tutto troppo…», ha raccontato la donna davanti agli inquirenti nel carcere di Bologna dove è stata portato dopo l’arresto avvenuto domenica. Lara Mazzoni, come raccontano i colleghi de Il Resto del Carlino, ha pianto a dirotto lungo tutto l’interrogatorio: ha confermato di essere stata lei ad accoltellare il compagno Mirko Baroni, dopo mesi di crisi e liti senza sosta.
«Mi sembra di vivere in un film, ma non ne potevo più di lui. Di vivere in quel modo, di soffrire», spiega l’Oss in lacrime, anche perché deve lasciare ora la figlia di due anni avuta in comune con Mirko e un’altra di 15 avuta da un altro rapporto precedente. «Non ho capito più niente – continua la donna sotto choc –, ma volevo solamente porre fine a tutto quanto. Non ce la facevo più..». (agg. di Niccolò Magnani)
Dopo aver trascorso una giornata la mare sono tornati a casa, dove hanno cominciato a litigare in maniera accesa, come del resto accadeva di frequente. Hanno visto insieme la finale di Champions League da amici, poi di ritorno a casa si è consumata la tragedia. Sono questi i momenti precedenti all’omicidio di Ambrogio, in provincia di Ferrara. Lara Mazzoni ha impugnato un coltello da cucina e si è scagliata con violenza contro il compagno, Mirko Barioni, che stava scaricando roba dal bagagliaio dell’auto.
Stando a quanto riportato da Intelligonews, alla base delle discussioni non vi sarebbero stati motivi economici, visto che lei lavorava come operatrice socio sanitaria in una struttura per anziani, lui invece come rappresentante. Pare che fossero legate alla gelosia e al fatto che l’uomo da tempo stesse meditando di lasciarla, ma si tratta di indiscrezioni che non hanno ancora trovato conferma. (agg. di Silvana Palazzo)
Un ragazzo ha assistito all’omicidio di Mirko Barioni: si tratta del fidanzatino della figlia di Lara Mazzoni, la donna che la scorsa notte ha ucciso a coltellate il compagno. Con una maglia della Juventus ha provato a tamponare il sangue che usciva dalle ferite dell’uomo. Ora non parla: si è chiuso in camera dopo il trauma. Lo ha rivelato la madre, che sta valutando anche l’ipotesi di rivolgersi ad uno psicologo. «Non vuole parlare con nessuno, nemmeno con me anche se abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto e parliamo tanto», ha dichiarato Lilli a Il Resto del Carlino, raccontando quei momenti terribili. La chiamata dei carabinieri, l’arrivo in caserma e il ritorno a casa.
Il ragazzo ha reagito con molta determinazione, intervenendo subito in aiuto della vittima, ma ora si è chiuso in se stesso. La madre spera che questo evento tragico «non lo segni per il resto della sua vita». Preoccupata dal silenzio in cui si è chiuso il ragazzo, spera di riuscire a convincerlo a parlare. (agg. di Silvana Palazzo)
Gli animi sono ancora caldi ad Ambrogio, vicino Copparo, dove una donna di 45 anni ha ucciso il compagno e padre di una delle sue figlie. Una notte infernale, così l’ha definita la sorella di Lara Mazzoni. «Siamo stanchi e storditi ma soprattutto piegati dal dolore. Dobbiamo solo pensare alle bambine adesso, abbiamo un avvocato che ci segue passo per passo», ha dichiarato a La Nuova Ferrara. Il paesino è sconvolto per l’omicidio di Mirko Barioni, ma tutti sapevamo che la coppia litigava spesso. «Litigavano spesso, molto spesso. Ci avevano detto che era morta lei, che Mirko l’aveva uccisa e ci si è gelato il sangue. Solo questa mattina (ieri, ndr) ho invece saputo che è stato il contrario», ha raccontato una commerciante. Un conoscente dopo essere uscito dalla messa spiega: «Sì, sapevamo che le cose tra loro non andavano bene, ma poi quello che succede realmente tra le quattro mura non è in realtà affare nostro».
Il dolore è sincero, ma qualcosa si respirava da tempo nella comunità. Quando ci hanno detto che era stato ucciso qualcuno in via Rossi, abbiamo pensato tutti alla Lara. È andata invece diversamente… Non spetta a noi giudicare, il nostro pensiero va solo alle figlie e ai genitori di entrambi», ribadiscono i cittadini di Ambrogio. (agg. di Silvana Palazzo)
Un delitto efferato, quello che si è consumato dopo la finale di Champions ad Ambrogio di Copparo, nel Ferrarese. Ad impugnare un grosso coltello da cucina ed uccidere Mirko Barioni è stata la compagna 45enne, Lara Mazzoni, finita in manette. A riportare alcuni retroscena choc è il quotidiano Corriere.it che rivela le parole che la presunta assassina avrebbe detto alla sua migliore amica, al telefono, subito dopo l’omicidio del compagno e padre della sua figlia minore, di appena 3 anni. “L’ho fatto, l’ho fatto, l’ho fatto. È finita…”, avrebbe ammesso la 45enne. Una storia in piedi da qualche anno ma che in realtà faticava ad andare avanti, come emerso dalle indagini in corso. Liti, minacce e continui screzi avrebbero caratterizzato gli ultimi anni, in cui non sono mancate denunce e querele reciproche sempre seguite da riappacificazioni. Sabato però, sarebbe andata diversamente. Dopo aver trascorso la giornata al mare ed aver passato una serata con gli amici a guardare la partita, Lara si sarebbe messa alla guida dell’auto (sarebbe poi risultata positiva all’alcol test): qui la lite per ragioni ancora tutte da chiarire, proseguita fino al ritorno a casa.
Mentre il compagno scarica l’auto, lei entra in casa, afferra il coltello da cucina, torna e lo colpisce mentre le rivolge le spalle. Due colpi mortali, uno dritto alla schiena, l’altro alla scapola. Il fidanzatino della figlia 15enne ha tentato di rianimare la vittima, probabilmente morta sul colpo. All’arrivo dei Carabinieri la donna, sotto choc, ha confessato tutto e non ha opposto resistenza. Ora le due figlie di 3 e 15 anni sono state affidate agli zii. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
E’ ancora scossa la comunità di Ambrogio di Copparo, in provincia di Ferrara, dove ieri notte un’assistente sanitaria di 45 anni ha ucciso il compagno. In base alle prime ricostruzioni, sembra che il raptus omicida sia dovuto ad una lite. La coppia era appena tornata dal mare e si preparava ad assistere alla Champions League in compagnia della figlia di più piccola, di 3 anni, della maggiore di 15 e del fidanzatino di quest’ultima.
Una testimone afferma di aver sentito la coppia litigare in cortile ed in base alle prime ricostruzioni, sottolinea Il Resto del Carlino, sembra che la donna sia rientrata in casa per prendere un coltello dalla cucina, per poi avventarsi contro il compagno. Due fendenti che hanno dissanguato il 40enne portandolo immediatamente alla morte. I soccorsi sono giunti sulla scena del crimine con tempestività, ma non c’era già più nulla da fare.
Un quadro agghiacciante. Secondo diverse testimonianze di vicini e parenti, sembra che la 45enne e assistente sanitaria abbia informato dell’omicidio una cugina che abita nelle vicinanze. La donna avrebbe sottolineato di aver posto fine alla situazione di tensione vissuta per anni, come dimostrano le numerose querele che nel giro di 4 anni, fra il 2010 ed il 2014, sarebbero state esposte sia dalla vittima che dalla compagna.
Il litigio che ha scatenato l’omicidio sarebbe inoltre avvenuto subito dopo il rientro della famiglia dalla giornata di vacanza appena trascorsa ed il primo a cercare di mantenere in vita la vittima sarebbe stato il fidanzato della figlia 15enne della coppia. “Un caso di violenza intrafamiliare”, ha sottolineato il Colonnello Andrea Desideri a Il Fatto Quotidiano, “i litigi andavano avanti da diverso tempo”.