È notizia di oggi che due fratelli di Albaro potrebbero essere morti per inedia. Ma cosa sta ad indicare questo termine? Per semplificare il concetto si potrebbe dire che morire per inedia significa morire di fame. Quando l’apporto di vitamine, nutrienti e in generale di energia viene a mancare all’organismo umano, ecco subentrare l’inedia, lo stadio più grave di malnutrizione. La FAO, in un rapporto del 2003, stimava che ogni giorno morivano per inedia 25.000 persone, ovvero una ogni 5 secondi. Fa una certa impressione pensare che, quando avrete finito di leggere questa frase, una persona sarà morta nel frattempo “per fame”. Ma perché si muore per inedia? Innanzitutto, quando questa diventa cronica, al punto che si protrae per uno-due mesi, subiscono dei danni gli organi interni della persona che ne soffre, che così va incontro al decesso. Tanto è terribile fare questa fine, che in antichità l’inedia veniva pensata come pena capitale. Furono per primi i romani a stabilire questo tipo di esecuzione per i traditori patrizi, che venivano condannati e poi lasciati senza cibo a spegnersi in un arco di tempo non inferiore alla settimana.
Ma quali sono i segnali che ci dicono che una persona è affetta da inedia? Lo stadio più grave di malnutrizione si manifesta in primis con la perdita di massa grassa e massa muscolare. Il colore della pelle diventa pallido e l’individuo diventa emaciato. Ma ci sono altri sintomi da non sottovalutare: ci sono quelli fisici (diminuzione dell’interesse sessuale, assottigliamento delle ossa, costipazione e squilibrio gastrointestinale, disturbi del sonno, debolezza, ipotermia, perdita di massa corporea magra ecc.), quelli comportamentali (preoccupazione per il cibo – raccolta di ricette, abitudini nutrizionali inusuali, aumento del consumo di fluidi, aumento dell’uso di spezie, cibarsi freneticamente ecc), quelli cognitivi (diminuzione della concentrazione, poco giudizio, apatia) e infine quelli socio-emotivi (depressione, ansietà,irritabilità e facilità alla collera, episodi psicotici, cambi di personalità, rinuncia alla socializzazione). Il trattamento dell’inedia prevede un lento e progressivo riassorbimento dei nutrienti sotto l’attenta supervisione di un medico.