Magari si rivelerà un buco nell’acqua, ma Nauris Cinovics, il designer lituano che ha inventato il piatto e le posate anti-obesità, potrà almeno dire di averci provato. E le sue idee, in effetti, tanto campate in aria non sono: lo dimostra l’accoglienza entusiasta riservatagli dalla platea di esperti durante il recente European Congress on Obesity di Porto. Ma in cosa consiste l’idea di Cinovics? Per farla breve nel rendere più faticosa l’esperienza del mangiare. Quante volte ci è capitato di consumare una pietanza nel giro di 5 minuti? E invece il nostro cervello ha bisogno di un tempo maggiore per arrivare alla consapevolezza della sazietà. Cosa si può fare, dunque, per risolvere il pasticcio? Magari rendere più faticosa la consumazione: creando posate di un kg e 300 grammi di peso che vi convinceranno ad allontanarvi dalla tavola un po’ prima.
E il piatto anti-obesità? Una genialata in piena regola. Si tratta di un piatto convesso e ondulato, modellato in modo di trattenere il cibo e rendere più difficilo portarlo alla bocca, oltre che da presentare modeste quantità di cibo come se fossero pietanze di quantità incredibilmente abbondante. Interpellato da La Repubblica, Cinovics ha manifestato tutta la sua buona volontà: “Attualmente si tratta ancora di un prototipo. Ma presto inizierò a testarne l’efficacia: penso a esperimenti di un paio di settimane, in cui dei volontari metteranno alla prova i miei piatti confrontandoli con quelli tradizionali, annotando la quantità di cibo consumata in una giornata. Spero di pubblicare i risultati di questa ricerca entro la prossima estate”. Sarà il design a fare ciò che le diete non sono riuscite a fare?