“Paternità di Dio sorgente della nostra speranza” è stato il tema dell’udienza generale di oggi in piazza San Pietro all’interno della catechesi sulla speranza cristiana che il papa sta tenendo da tempo. Francesco ha anche invitato a salutare l’iniziativa “Un minuto per la pace” che si tiene domani in molti paesi del mondo con un momento di preghiera durante la ricorrenza dell’incontro in Vaticano con lo scomparso presidente israeliano Peres e il presidente palestinese Abbas. “Nel nostro tempo c’è tanto bisogno di pregare – cristiani, ebrei e musulmani – per la pace” ha detto, ricordando la tragica situazione in Siria e in Iraq. Nella catechesi ha voluto invece ricordare “la preghiera cristiana per eccellenza”, il Padre Nostro: “Tutto il mistero della preghiera cristiana si riassume qui, in questa parola: avere il coraggio di chiamare Dio con il nome di Padre. Chiamare Dio Padre è la grande rivoluzione del cristianesimo”.
Normalmente, ha aggiunto, vorremmo usare “titoli più elevati”, ma “invocarlo come Padre ci mette in una relazione di confidenza con Lui, come un bambino che si rivolge al papà”. Ha così ricordato la parabola del figliol prodigo, come fatto tante volte: “Dio è Padre, dice Gesù, ma non alla maniera umana, perché non c’è nessun padre in questo mondo che si comporterebbe come il protagonista di questa parabola. Dio è Padre alla sua maniera: buono, indifeso davanti al libero arbitrio dell’uomo, capace solo di coniugare il verbo ‘amare’. Quando il figlio ribelle, dopo aver sperperato tutto, ritorna finalmente alla casa natale, quel padre non applica criteri di giustizia umana, ma sente anzitutto il bisogno di perdonare, e con il suo abbraccio fa capire al figlio che in tutto quel lungo tempo di assenza gli è mancato, è dolorosamente mancato al suo amore di padre”.
Per questo, ha concluso, bisogna pregare il Padre ogni volta che abbiamo problemi o necessità, “Quando abbiamo bisogno di aiuto, Gesù non ci dice di rassegnarci e chiuderci in noi stessi, ma di rivolgerci al Padre e chiedere a Lui con fiducia. Tutte le nostre necessità, da quelle più evidenti e quotidiane, come il cibo, la salute, il lavoro, fino a quella di essere perdonati e sostenuti nelle tentazioni, non sono lo specchio della nostra solitudine: c’è invece un Padre che sempre ci guarda con amore, e che sicuramente non ci abbandona”. Alla fine dell’udienza Francesco ha benedetto i giovani atleti che parteciperanno al Pellegrinaggio Macerata-Loreto.