Maurizio Minghella è uno dei più spietati serial killer italiani, con alle spalle un numero importante di reati commessi. Tra questi, i più eclatanti sono certamente rappresentati dagli omicidi di diverse prostitute, avvenuti tra il 1996 ed il 2001 a Torino. Nella giornata di oggi si è aperto un nuovo processo a suo carico per il delitto di una prostituta albanese 29enne, trovata senza vita a Rivoli il 14 febbraio 1998. Quello della giovane straniera sarebbe l’ottavo omicidio per il quale il 59enne genovese è accusato. L’uomo è attualmente detenuto nel carcere di Pavia dove per tutti i suoi reati (che includono gli omicidi di altre cinque donne a Genova avvenuti nel 1978, ma anche rapine, sequestro di persona e fuga dal carcere) sta scontando una pena a 131 anni. Quello a scapito della 29enne Floreta Islami, e per il quale Maurizio Minghella era stato rinviato a giudizio, sarebbe il quarto fatto di sangue a lui attribuito, avvenuto a Torino, a differenza degli altri compiuti nel Genovese. Come rivela il quotidiano La Stampa nella versione online, lo spietato serial killer difeso dall’avvocato Lucia Franzese, in occasione dell’apertura del processo sull’omicidio della giovane prostituta albanese non si è presentato in aula.



Quello per il quale si è iniziato oggi il dibattimento in aula a carico di Maurizio Minghella, al cospetto della Corte d’Assise di Torino, rappresenta un omicidio inquietante. La vittima, Floreta Islami, nata a Valona nel 1969, all’epoca dei fatti aveva appena 29 anni. Era l’inverno del 1998 quando fu trovata cadavere nella campagne di Rivoli. Ad ucciderla fu una sciarpa di lana nera che le fu ritrovata attorno al collo e che le provocò una morte per strangolamento. Solo 17 anni dopo, sulla medesima sciarpa, fu rinvenuto il Dna di Maurizio Minghella. L’inchiesta per l’omicidio della prostituta fu chiusa per ben due volte, nel 1998 e poi nel 2004 prima di essere riaperta due anni fa. Il cold case, così, trovò la soluzione solo di recente grazie ai nuovi accertamenti chimici e biologici resi possibili grazie alle tecnologie odierne impiegate nella risoluzione dei casi di omicidio.

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