E’ morta per un colpo di calore la piccola Tatiana, bimba di appena 18 mesi così tanto voluta dalla madre Ilaria Naldini, quest’ultima vittima di un vero e proprio blackout che l’ha portata a dimenticarsi della sua presenza lasciandola in auto per sei ore. A rivelare i risultati dell’autopsia compiuta sul corpicino della bambina morta è stata l’agenza di stampa Ansa che ha parlato di “arresto cardiocircolatorio compatibile con il colpo di calore”. Nessun dubbio, dunque, sulle inquietanti cause del decesso della piccola avvenuto nell’abitacolo dell’auto della madre a Castelfranco di Sopra, in provincia di Arezzo. La donna ora risulta indagata come atto d’ufficio per omicidio colposo, in quanto la sua dimenticanza – era convinta di averla lasciata all’asilo – ha causato il decesso della piccola Tatiana. Ora, il referto del medico legale che ha eseguito l’autopsia confermando il colpo di calore mortale è stata già depositata presso gli uffici della procura di Arezzo. Dal suo contenuto si apprende inoltre come non siano state evidenziate altre patologie particolari o tracce di emorragia cerebrale. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Quanto accaduto alla madre di Castelfranco di Sopra, in provincia di Arezzo, ha sconvolto tutta l’Italia. La popolazione intanto si spacca e giudica, puntando il dito contro Ilaria Naldini per aver dimenticato la figlioletta di 18 mesi sul seggiolino. Sei ore di black out in cui nessuno, passanti compresi, si è accorto che la bambina si trovasse in auto. Eppure molti si chiedono: com’è potuto succedere? Non è la prima volta che una dimenticanza sfocia in tragedia ed è quanto accaduto alla madre della provincia di Arezzo, ora sotto accusa per atto dovuto per omicidio colposo ai danni della figlioletta di 18 mesi.



A cercare di dare una risposta a chi si chiede come si possa avere una dimenticanza del genere è Panorama, con un servizio che punta sui molteplici esempi presenti nella nostra cronaca. Secondo il Direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa, Liliana Dell’Osso, si può già escludere la possibilità che Ilaria Naldini possa soffrire di turba psichiatriche. Una valutazione ovviamente ipotetica, data la mancanza di una perizia, ma che evidenzia la possibilità che sia stata “colpita” da quella che in gergo viene definita amnesia dissociativa. Si tratta “dell’incapacità di ricordare importanti informazioni autobiografiche, soprattutto a causa di un trauma o di un forte stress”. 



Il parere della dottoressa Dell’Osso punta quindi al “blackout”, una sorta di malfunzionamento della capacità della memoria di accedere ai dati immagazzinati nel lungo periodo. “Una traccia può essere presente nella memoria a lungo termine, ma non risultare accessibile al momento giusto”, specifica ed aggiunge anche di come sia chiaro e corretto parlare di “incidente” per quanto accaduto a Ilaria Naldini ed alla figlia di 18 mesi. Una tragedia, seppur accidentale, che spesso viene attribuita più ai papà che alle mamme, vittime di quella reputazione che li vorrebbe quasi delle super eroine. E in realtà sono spesso vittime anche loro. Delle circostanze, degli eventi, della memoria.