Nell’ambito del processo sulla presunta trattativa Stato-Mafia, spuntano oggi le trascrizioni relative alle intercettazioni che vedono protagonista il boss mafioso Giuseppe Graviano, condannato a vari ergastoli al 41 bis. A deporre i documenti importanti sono stati oggi i pm palermitani Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi. Si tratta di intercettazioni choc i cui dialoghi sono stati registrati dalle microspie della Dia durante l’ora d’aria del boss Graviano nel carcere di Ascoli Piceno e che farebbero riferimento ai suoi presunti contatti con l’ex premier Silvio Berlusconi e con Dell’Utri ai tempi della nascita del partito Forza Italia. Era il 10 aprile 2016 quando il mafioso già condannato per le stragi del 1992 e del 1993, ad un compagno di passeggio, nel carcere in cui è detenuto, parlava di Berlusconi rivelando: “Mi ha chiesto questa cortesia… per questo c’è stata l’urgenza di… Ero convinto che Berlusconi vinceva le elezioni in Sicilia… Lui voleva scendere… Però in quel periodo c’erano i vecchi, e lui mi ha detto “ci vorrebbe una bella cosa””. Tre mesi prima Graviano era stato nuovamente intercettato nell’ambito di un altro dialogo oggi entrato ufficialmente nel processo a Palermo. In quell’occasione Graviano aveva ricordato la presa di distanza del Cavaliere: “Ha fatto il traditore”.
A rivelare i contatti tra il boss mafioso Giuseppe Graviano, Silvio Berlusconi e Dell’Utri era stato in precedenza il pentito Gaspare Spatuzza. Ecco perché gli inquirenti, nell’ascoltare la conversazione tra il boss all’ergastolo ed un altro detenuto, non avrebbero avuto dubbi sul fatto che Graviano si riferisse proprio a Silvio Berlusconi. “Venticinque anni mi sono seduto con te, giusto? Ti ho portato benessere, 24 anni fa mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi, per che cosa? Per i soldi, perché tu ti rimangono i soldi…”, diceva il boss mafioso. “Io ti ho aspettato fino adesso perché ho 54 anni, i giorni passano, gli anni passano, io sto invecchiando e tu mi stai facendo morire in galera…”, aveva aggiunto il 14 marzo scorso. Dialoghi per gli inquirenti ritenuti importantissimi in quanto confermerebbero l’ultima fase dei contatti tra “uomini d’onore” ed esponenti delle istituzioni.