Quando Stefano Perale si è reso conto che dei corpi di Anastasia Shakurova e Biagio Buonomo, le vittime del duplice omicidio di Chirignago, non avrebbe mai potuto sbarazzarsi, allora ha telefonato al 113. E quando all’insegnante di inglese i carabinieri di Mestre hanno messo le manette, nella sua lucida follia l’uomo ha spiegato perché avesse preso di mira anche il fidanzato di quella che era diventata ormai la sua “ossessione”. Una tragica casualità, tanto che, come spiega il Corriere del Veneto, mentre lo prendeva a sprangate sul volto – dopo averlo stordito con una dose di sonniferi da cavallo – Stefano Perale a Biagio diceva:”Mi dispiace per te, è stato un caso. Tu non avresti dovuto essere qui”. Le sprangate, appunto, perché il ragazzo di Anastasia aveva in qualche modo reagito e “non voleva morire”. Un racconto inquietante e tragico al tempo stesso, con Anastasia uccisa per soffocamento, con un cuscino al cloroformio premuto così tanta violenza da averle lasciato in volto un ematoma. A truccarla per l’ultima volta è stata la mamma per sua stessa volontà. Giunta dalla Siberia con gli altri familiari ha parlato con i carabinieri raccontando ciò che sapeva della figlia, compreso che in progetto c’era anche il matrimonio con Biagio, quello stesso Biagio “ucciso per caso”. (agg. di Dario D’Angelo)
Con il passare dei giorni, continuano ad emergere dettagli inquietanti sul duplice delitto di Chirignago avvenuto lo scorso 17 giugno e nel quale hanno perso la vita Anastasia Shakurova e il fidanzato Biagio Buonomo. Ad ucciderli, il professore d’inglese di 50 anni, Stefano Perale, assassino reo confesso il quale provava una vera e propria ossessione per la sua ex studentessa Anastasia, al quinto mese di gravidanza. Gli inquirenti, secondo quanto riportato da Il Gazzettino, stanno procedendo in questi giorni alla ricostruzione, passo dopo passo, del terribile omicidio dei due fidanzati, invitati a cena da Perale, sedati e letteralmente sterminati. Dalla prima analisi della scena del crimine, tuttavia, erano passate inosservate alcune macchie di sangue che l’assassino aveva tentato di ripulire poco dopo il massacro dimostrando una spaventosa e fredda lucidità. Per tale ragione nei giorni scorsi la Polizia Scientifica è tornata sul luogo del duplice delitto, dove Stefano Perale aveva progettato la sua trappola mortale ai danni dei due giovani e dopo averla passata al setaccio anche con l’uso del luminol ha trovato alcune impercettibili tracce ematiche sopra al divano e sul pavimento in soggiorno. Probabilmente si tratta del sangue di Biagio.
Al ragazzo è stata riservata una morte atroce: come rivela La Nuova Venezia, infatti, il professore ha usato una spranga con la quale ha colpito Biagio al volto ed alla testa per cinque volte. Durante il medesimo sopralluogo, sono stati sequestrati anche un computer da tavolo e vari supporti informatici. Al vaglio degli inquirenti ci sono attualmente file e movimenti online che serviranno eventualmente a ricostruire movimenti e relazioni di Perale.
Le indagini sul duplice delitto di Chirignago vertono anche sul cellulare di Stefano Perale, al fine di confermare l’aggravante della premeditazione. Dalle analisi del dispositivo, tuttavia, sarebbero emerse di recente delle informazioni raccapriccianti. Si parla nello specifico di due video con protagonista la povera Anastasia e dai quali si suppone sia stata compiuta dal professore una violenza sessuale, non è chiaro se prima o dopo l’uccisione della ragazza, incinta al quinto mese. Attualmente, Perale è detenuto nel carcere a Santa Maria Maggiore e contro di lui le accuse sono gravissime: duplice omicidio premeditato, con procurato aborto. Tra le altre ipotesi di reato anche vilipendio di cadavere o violenza sessuale, dopo i video trovati nel suo smartphone. Sul piano della premeditazione, sarebbero stati raccolti alcuni elementi a sostegno di questa tesi, rinvenuti nel mezzo dell’indagato, ovvero degli stracci intrisi di sangue e due divaricatori vaginali. La procura sta anche valutando come qualificare da un punto di vista prettamente giuridico il fatto che oltre ad Anastasia sia morto anche il bimbo che portava in grembo. A tal proposito occorrerà anche stabilire se l’assassino reo confesso ne fosse o meno a conoscenza o se l’avesse scoperto proprio la sera dell’uccisione avvenuta dopo aver drogato i due fidanzatini.
Le famiglie delle due vittime, conosciutesi proprio in questa drammatica occasione, si sono strette nel loro rispettivo dolore. Il cognato di Biagio Buonomo ha commentato a ReteVeneta.it: “Le due famiglie sono concordi sul fatto che è necessario tutelare il buon nome dei ragazzi e che Stefano Perale non sia condannato a una pena inferiore all’ergastolo”.