Doveva morire ieri Charlie Gard, ma l’appello dei suoi genitori ha spinto l’ospedale Great Ormond Street a concedere qualche altro giorno di vita al piccolo di 10 mesi. Connie Yates e Chris Gard hanno chiesto anche di far tornare a casa il piccolo Charlie per farlo morire tra le mura domestiche, ma l’ultimo desiderio della coppia non è stato esaudito. «Siamo veramente grati per tutto il sostegno che stiamo ricevendo in questo momento difficile. Rispettate la nostra privacy mentre ci prepariamo a salutare nostro figlio», ha scritto la mamma di Charlie su Facebook. Avrebbero voluto fargli un bagnetto a casa, metterlo nella culla nella quale non ha mai dormito, ma i medici si sono opposti al trasferimento a casa. Non possono fare altro che restargli accanto in ospedale fino a quando le macchine che tengono in vita il bimbo non verranno staccate.
«Avevamo promesso al nostro bambino che lo avremmo portato a casa. Li abbiamo pregati di darci il fine settimana. Non solo non possiamo portare nostro figlio in un altro ospedale per provare a salvargli la vita, ma non possiamo neppure scegliere come o quando farlo morire», lo sfogo della mamma di Charlie Gard ai microfoni del Mail Online (clicca qui per il relativo post su Facebook). La donna ha anche offerto di pagare il trasporto a casa di suo figlio: «Ma i medici ci hanno detto che deve morire in ospedale». I genitori del bimbo di 10 mesi hanno raccolto 1,3 milioni di sterline per portarlo negli Stati Uniti e sottoporlo alla terapia nucleosidica, un trattamento sperimentale. Questa somma non potrà essere dunque usata per provare a salvare il piccolo.
Sua madre Connie ha allora deciso di usarla per altri bambini e, infatti, sta pensando di creare una fondazione a nome di Charlie. «Alcune persone ci hanno chiesto cosa avremmo fatto dei soldi, se non avessimo vinto la causa. Ci abbiamo pensato a lungo e abbiamo pensato di creare una fondazione per chi soffre di sindrome di deplezione mitocondriale. Vorremmo salvare altri neonati e bambini. Se Charlie non avrà questa possibilità, faremo in modo che l’abbiano altri bambini innocenti», aveva dichiarato Connie Yates lo scorso aprile.