L’inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi si è conclusa con un colpo di scena: cinque carabinieri saranno processati. Si tratta di Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, accusati di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità nei confronti del 30enne arrestato per spaccio nel 2009 e morto mentre era sotto la custodia dello Stato. Tedesco è accusato anche di falso e calunnia con il maresciallo Roberto Mandolini, mentre il militare Vincenzo Nicolardi deve rispondere solo di calunnia. L’inchiesta bis della procura di Roma, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dal sostituto Giovanni Musarò, è stata avviata dalla denuncia di un detenuto che aveva rivelato di aver parlato con Stefano Cucchi dopo l’arresto.
Il ragazzo gli aveva fatto il nome dei carabinieri. La svolta però è arrivata dopo una rilettura meticolosa delle carte della prima indagine. Escono quindi di scena i medici che ebbero in cura Stefano Cucchi al Sandro Pertini, per cui la Cassazione aveva stabilito l’annullamento dell’assoluzione in secondo grado ma per i quali è scattata la prescrizione lo scorso aprile. Gli agenti della polizia penitenziaria invece si sono costituiti parte civile nel processo bis.
«Finalmente i responsabili della morte di mio fratello, le persone che per otto anni si sono nascoste dietro le divise, andranno a processo e saranno chiamate a rispondere di quanto commesso», il commento della sorella della vittima, Ilaria Cucchi, lasciando il tribunale dopo la decisione del gap Cinzia Parasporo. Il processo bis comincerà il 13 ottobre davanti alla terza Corte d’assise.