Ci sono meno dipendenti pubblici in Italia rispetto al 2008, pur restando stabilmente sopra quota 3 milioni. Tra impiegati, funzionari e dirigenti ci sono per l’esattezza 3.221.967 statali, meno di quasi 200mila unità. L’esercito di lavoratori pubblici è capitanato dal comparto scuola, che è in vetta alla classifica con oltre un milione di dipendenti. Tra i settori più rilevanti anche la sanità con 652mila addetti, poi le Regioni e i comuni con 460mila “buste paga”, i corpi di polizia con 312mila, le forze armate con 181mila e i dipendenti dei ministeri con 153mila. Il numero complessivo dei dipendenti pubblici italiani è in calo, ma ci sono aree che registrano un aumento: le Regioni a statuto speciale con il 29% di incremento (+20.820 lavoratori) e le autorità indipendenti con il 46% di aumento (+657 lavoratori). I dati sono emersi grazie all’analisi del Centro studi di Unimpresa, che ha rilevato un calo di dipendenti statali di oltre il 5% nel 2015 rispetto al 2008. Lo studio dell’associazione si è basato sui dati della Corte dei conti e della Ragioneria generale dello Stato. Se i numeri non vi spaventano, ecco tutti quelli disponibili sul pubblico impiego.



La scuola impiega 1.085.082 soggetti, quindi è in discesa di 44.781 (-3,96%). Nei corpi di polizia invece lavorano 312.205 addetti: il calo è di 18.611 (-5.63%). Nelle forze armate lavorano 181.523 persone: la discesa è di 10.417 (-5,43%). Ci sono poi i vigili del fuoco, che invece sono aumentati di 1.590 unità (+4,97%) a 33.572. Nei ministeri lavorano 153.149 persone: la diminuzione è di 30.265 (-16,50%). Le agenzie fiscali impiegano 51.228 addetti: in discesa di 4.010 (-7,26%). Passiamo ora alla presidenza del Consiglio dei ministri: 2.128 persone in calo di 297 (-12.25%). Bisogna poi tener conto delle istituzioni per l’alta formazione artistica e musicale: occupano 9.174 lavoratori in aumento di 166 unità (+1,84%). In calo la magistratura di 140 unità a 10.270 (-1,34%). Stessa tendenza per le prefetture, che danno lavoro a 1.197 persone (in calo di 281 unità, quindi -19,01%).



C’è poi il comparto diplomatico, dove sono occupate 917 persone, 18 in meno del 2008 (-1,93%). Il settore penitenziario dà lavoro a 335 persone, 138 in meno (-29,18%). Il settore non statale dà lavoro a 1.417.130 persone, in diminuzione di 71.697 (-4,82%). Concentriamoci sul servizio sanitario nazionale: lavorano 663.796 persone, quindi il calo è di 26.060 (-3,78%). Nelle regioni e nelle autonomie locali sono impiegate 479.050 persone in calo di 43.269 unità (-8,28%). In quelle a statuto speciale si registra un aumento di 20.828 addetti che in totale sono 93.425 (+28,69%). Passiamo alle università, dove lavorano 101.384 addetti: discesa di 18.485 (-15,42%).



Ci sono poi gli enti pubblici non economici, dove lavorano 45.737 persone in calo di 10.498 (-18,67%). Un aumento di 3.388 lavoratori (+19,45%) a quota 20.809 nel settore della ricerca, mentre negli «altri enti» l’aumento è di 1.742 unità a 10.844 (+19,14%). Infine, le autorità indipendenti: il totale degli addetti è di 2.085 in crescita di 657 unità (+46,01%).