Lo vedete dalla foto: Giovanni Falcone, a 25 anni dalla strage di Capaci, viene di nuovo sfregiato, anzi, proprio “decapitato”. All’epoca la mafia siciliana decise di metterlo a zittire per sempre con quello sproposito di tritolo sull’autostrada a Capaci, oggi qualche misterioso “buontempone” ha deciso bene di decapitare la statua posta a Palermo proprio davanti alla scuola a lui dedicata. La testa staccata è stata usata come ariete per sfondare l’ingresso della scuola: un modo come un altro per oltraggiare ancora una volta la sua memoria. Esatto, sì, non era certo la prima volta che quella statua e quella scuola dedicate a Giovanni Falcone vengono danneggiate nel quartiere dello Zen a Palermo, in questi anni di continua memoria storica anche nazionale di cosa ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi il giudice da molti osannato dopo l’orribile attentato subito nel 1992. «Sono costernata da un episodio di vandalismo che per la seconda volta colpisce un baluardo di legalità in un quartiere estremamente sensibile della nostra città», commenta a caldo la sorella di Falcone, Maria. In quell’istituto spesso viene esercitata e diffusa la cultura della legalità, con incontri, seminari e mostre sulla vita e la lotta compiuta da Falcone e dall’amico giudice Borsellino, entrambi colpiti e uccisi da Cosa Nostra nel giro di pochi mesi. «Sono accanto agli studenti e ai cittadini del quartiere, che credono e si battono nel nome di Giovanni Falcone e che fino allo scorso 23 maggio hanno portato la loro rappresentanza in piazza Magione a onorare il nome di Giovanni e Paolo. Non ci arrenderemo mai e la statua risorgerà più bella di prima ma chiedo alla autorità di pubblica sicurezza di garantire per il futuro un presidio adeguato a un monumento simbolo della nostra città», risponde Maria Falcone davanti ai cronisti giunti a Palermo.
Immediata la reazione anche per il Ministero dell’istruzione, dato l’increscioso fatto avvenuto in una scuola: «L’atto di vandalismo avvenuto alla scuola ‘Falcone’ di Palermo è un episodio grave e vigliacco. Lo condanniamo con decisione e ribadiamo con forza che la scuola non si arrende. Che chi la colpisce, provando ad attaccare un presidio di legalità e cittadinanza, non fermerà l’esercito delle educatrici e degli educatori, delle giovani e dei giovani che attraverso la scuola e grazie alla scuola riescono a riscattarsi anche in territori difficili», scrive sul suo sito web il ministro Valeria Fedeli. Il caso, divenuto subito nazionale, ha visto l’intervento del premier Gentiloni che poche ore dopo lo sfregio contro Falcone ha commentato su Twitter, «Oltraggiare la memoria di Falcone è una misera esibizione di vigliaccheria». Oltraggio e sfregio alla memoria ma non a quanto rappresenta e indicherà sempre la figura di Falcone e dei tantissimi volti uccisi dalla Mafia: la rabbia resta, ma la lotta non è finita e l’imbecillità mista a violenza potrebbe non avere per forza l’ultima parola.