Un oggetto, usa e getta. Così è l’essere umano. Michael Irwin, nella sua ansia di ottenere la legalizzazione dell’eutanasia nel Regno Unito, per la quale si batte da anni, nel dichiarare la sua volontà di lasciarsi morire per sostenere e lanciare la causa, probabilmente non si è reso conto di aver fatto due clamorosi autogol. L’uomo, un medico in pensione che nel 2005 fu sospeso dall’ordine dei medici in quanto sospettato di praticare suicidi assistiti, ha dichiarato che si lascerà morire pur non avendo alcuna malattia, per promuovere l’eutanasia legalizzata.
Nel dire ciò e nel fare, se lo farà, tale gesto, ha messo chiaramente in mostra quello che è sottinteso da molti sostenitori del suicidio assistito: che cioè non è necessario soffrire di qualche malattia terminale o particolarmente dolorosa per farsi uccidere, ma semplicemente che lo si può fare perché uno è annoiato dalla vita, o, nel suo caso, si sente troppo vecchio. Ha infatti aggiunto: “La mia esistenza sta procedendo oltre la sua data di scadenza”.
Irwin ha 86 anni e ha detto ancora: “Non voglio che la mia famiglia mi ricordi come un vecchio decrepito”. Con le sue parole Irwin sostiene la mentalità per cui un anziano, un disabile sono persone inutili di cui bisogna disfarsi. Non è neppure eutanasia, è soppressione della specie umana. Chi sostiene l’eutanasia non lo dice, ma alla fine dei conti è questa la ragione per cui si vuole così tanto la sua legalizzazione: disporre del mio corpo usa e getta come preferisco, senza rischiare nulla dalla legge e dalle autorità.