Accoglienza, migranti, Chiesa, vangelo e politica: l’intervista di Marcello Pera al Mattino di Napoli in questi giorni ha fatto molto discutere per l’attacco diretto senza nascondimenti da parte del filosofo laico ed ex presidente del Senato contro Papa Francesco, in relazione all’intervista (anch’essa discusssa) che Bergoglio ha rilasciato ad Eugenio Scalfari su Repubblica. “Il Papa fa politica e vuole distruggere i valori dell’occidente”, ma anche “è in atto un rischio di scisma nella Chiesa, alcuni fedeli sono spaventati da queste tesi e posizioni di Francesco e sono molto confusi”, sono affermazioni di Pera che hanno fatto discutere e molto. Ebbene, sempre sul Mattino di Napoli, Eugenio Mazzarella – professore, filosofo e politico italiano – ha voluto rispondere punto su punto a Pera cercando di prendere sul serio soprattutto le affermazioni legate ai malumori della Chiesa di fronte alla posizione di Francesco sui migranti e sull’accoglienza tout court dei “poveracci” in arrivo da zone di guerra e di carestia. «Un’intervista incredibile per ragione e per fede è quella rilasciata da Marcello Pera: secondo lui, per Francesco su migranti e poveri non ci sono motivazioni razionali, nemmeno evangeliche, che spiegano quel che dice rispetto a questi temi», attacca Mazzarella rispondendo alle parole del laico ex presidente del Senato.
Il professore, già deputato Pd, tenta dunque una “difesa” di Bergoglio sul lato “evangelico”, spiegando come «sul pauperismo mi limito a ricordare una preghiera che diciamo andando a Messa, il Padre Nostro. Qui c’è l’essenza del differenziale cristiano con tutte le grandi religioni e culture, […] ovvero che siamo tutti figli di Dio». Per Mazzarella proprio questo accento dato da Cristo dette molto fastidio in passato, visto che fino a quel punto la Divinità si vedeva rappresentata nella regalità e nel potere, non anche nella massa dei “poveri” cittadini lontani magari dalla vita pubblica. Insomma, «era disturbante per il potere sentirsi dire che erano i poveri Cristi, la massa dei poveri, ad essere più Cristi dei non poveri». Il “pauperismo” di cui viene attaccato Bergoglio, secondo il politico e filosofo napoletano, è invece tutt’altro che slegato dalla tradizione cristiana.
Il secondo e centrale punto della disamina di Mazzarella però arriva con il dovere morale dell’accoglienza della vita altrui: «mancanza di fonti evangeliche? L’esperienza cristiana della vita come capacità di accoglienza del divino dell’uomo, dell’uomo come gli venga come a lui divino, è il contenuto antropologico dell’Incarnazione cristiana nella scena dell’Annunciazione», argomenta Mazzarella provando ancora a “decostruire” le critiche di Marcello Pera. Nella parte finale della sua disamina, il professore scrive come il Cristianesimo sia stata inventato e trovato proprio per il “genio dell’accoglienza, che ti libera da tutto” e che dunque proprio quell’accoglienza di “vita altrui” non dovrebbe essere allontanata dai valori cristiani.
«Cristo è il maestro e testimone di questo genio, di questa personalizzazione della fede in cui metto il mio cuore su un altro, in un altro, in un incontro che mi rinnova. E mi fa libero, libero da ogni condizionamento del Potere». Poveri e migranti, per questi due punti Mazzarella si schiera agli antipodi di Pera nei confronti del Papa: una discussione e uno scontro che è destinato a continuare perché arriva al fondamento dei temi “caldi” oggi in seno alla nostra società, Chiesa compresa.