Padre Raniero Cantalamessa ha pubblicato una lunga riflessione che sarà pubblicato sulla rivista Vita e Pensiero, e che il giornale “La Verità” ha anticipato in alcuni estratti. Si tratta di una riflessione sulla figura del Diavolo, partendo inizialmente dalla domanda: il Diavolo esiste? E’ possibile ancora nei tempi moderni rapportarsi con la figura del demonio? Secondo padre Cantalamessa bisogna innanzitutto distinguere tra quelle che sono le credenze popolari più comuni, e quelle che invece sono le rappresentazioni che gli intellettuali, anche nella storia dell’arte, hanno proposto del Diavolo. E’ terminata secondo padre Cantalamessa la caccia alle streghe, ma i comportamenti che fanno pensare a una presenza del Demonio sembrano in realtà moltiplicarsi: e se la Fede tende a scacciare le rappresentazioni demoniache, la superstizione le riporta in gioco. In pratica, come recita il vecchio adagio, ciò che esce dalla porta rientra dalla finestra.



Padre Raniero Cantalamessa distingue in tre fasi la costruzione della figura moderna e contemporanea del Demonio. La prima fase riguarda la dissociazione che nelle arti, nella pittura e nella poesia, si comincia a produrre riguardo l’immagine stessa del Diavolo, che da mostruoso e malvagio viene rappresentato bello, decadente, malinconico, con una grande inclinazione poetica. La seconda fase è la rivalutazione della figura morale del Demonio, che viene visto quasi come un alleato dell’uomo sulla terra, piuttosto che il nemico da combattere per raggiungere Dio: un Diavolo quasi “simpatico”, in cui l’uomo si può ritrovare nelle sue debolezze. Infine, la terza fase, quella attuale, che rappresenta la negazione del Demonio, il silenzio attorno alla sua figura, come se la linea di demarcazione tra il male e il bene non fosse più netta, e in cui il Diavolo diventa il simbolo di quella che padre Cantalamessa chiama “l’alienazione collettiva”.



Secondo Padre Raniero Cantalamessa, non si deve pensare al Diavolo come una figura secondaria e probabilmente neppure davvero esistente nella Bibbia. In molti infatti pensano al Demonio come una figura “posticcia” nelle scritture, messa lì probabilmente più per esigenze di “sceneggiatura” che per una reale credenza religiosa. Diventa dunque una sorta di credenza secondaria quella di una forza contraria e malvagia rispetto a quella di Dio. Secondo Padre Cantalamessa è necessario sottrarre al folclore la figura diabolica, che presa di nuovo sul serio dopo anni di relativismo e di messa in dubbio della sua stessa esistenza, può essere anche un elemento capace di spiegare meglio quelli che sono gli equilibri, a volte imperscrutabili, dell’esistenza umana. Padre Cantalamessa sottolinea come Dio e il Demonio non siano indipendenti nelle loro scelte e nelle azioni, ma viaggino piuttosto su due binari paralleli, e che il Diavolo altri non sia che una “creatura di Dio andata a male”.

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