Una recente intervista del portale “Vice” mette in luce il lavoro di Ilario D’Amato, un giornalista che dal 2006, ovvero da oltre dieci anni, segue con “Dossier Hamer” i casi dei malati di cancro che si sono affidati alle teorie del “guaritore” tedesco Ryke Geerd Hamer, recentemente scomparso, e della Nuova Medicina Germanica, la teoria da lui fondata che stabilisce, secondo il principio delle Cinque Leggi Biologiche, come i tumori siano in realtà risultato di conflitti interni e come la chemioterapia e le cure oncologiche tradizionali portino inevitabilmente alla morte. Teorie che hanno invece causato gravissimi danni ai pazienti che le hanno seguire e che continuano a farlo, nonostante Hamer sia stato bandito dall’Ordine dei Medici negli ultimi trent’anni. Il medico ha cominciato a predicare le sue teorie alternative dopo la morte del figlio, causata da un colpo di pistola sparato dalla barca del Principe di Savoia.



Un fatto di cronaca di cui tutto il mondo ha parlato alla fine degli anni Settanta: dopo il fatto Hamer ha sviluppato un tumore a un testicolo e la moglie un tumore al seno. L’uomo ha cominciato a curarla seguendo i precetti della Nuova Medicina Germanica, ma la donna è morta nel 1985. Secondo Ilario D’Amato si tratta solo del primo decesso di una lunga serie, con Hamer che ha curato negando ogni medicina tradizionale centinaia di pazienti, come riportato su “Dossier Hamer” di fatto tutti condannati a morte certa. Hamer ha continuato a cambiare paese, spostandosi dalla Germania in Spagna, poi per un breve periodo anche in Italia, in Austria e infine in Norvegia, dove ha trascorso l’ultimo periodo della sua vita, ma non ha mai rinunciato a proporre le sue cure controverse, e che secondo i giudici e molte sentenze hanno procurato centinaia di decessi. Inoltre Hamer è stato spesso accusato di antisemitismo a causa di numerose dichiarazioni contro la comunità ebraica.



Ilario D’Amato in “Dossier Hamer” spiega con dovizia di particolari il dramma delle vittime. Oltre ad essere medico fino alla radiazione, Hamer è stato anche teologo e la Nuova Medicina Germania non ha fatto altro che fornire spiegazioni facile e certe, tramite l’illustrazione delle Cinque Leggi Biologiche, a persone spaventate a morte dalla malattia e in cerca di certezze che non sempre la scienza può fornire. Il fenomeno Hamer ha avuto sviluppo ben prima dell’avvento di internet e D’Amato ha sottolineato come probabilmente la rete non abbia fatto altro che amplificare un fenomeno già diffuso a macchia d’olio. Il giornalista ha raccontato storie come quella di una madre che per un melanoma piccolo e inizialmente operabile ha finito con l’andare incontro a una morte, o quella di una bambina fuggita in Spagna per curarsi con Hamer, ma salvatasi solo dopo l’asportazione chirurgica di un tumore ai reni che nel frattempo era cresciuto fino a quattro chili. Secondo D’Amato con la morte di Hamer il fenomeno non si assesterà proprio a causa della ricerca di facili risposte che anima la gente.

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