Nella delicata questione sul caso Charlie Gard che ha coinvolto il mondo intero, entra ora una controversia in merito alla misura della circonferenza cranica del bimbo inglese di 11 mesi, affetto da deplezione del Dna mitocondriale. Per il giudice inglese Nicholas Francis dell’Alta corte, chiamato a decidere se far trattare o meno il bimbo con il trattamento inviato da un team di esperti tramite l’ospedale Bambin Gesù di Roma, sono necessari nuovi accertamenti riguardanti anche la sua circonferenza cranica. Lo stesso magistrato ha definito “assurdo” che una controversia sulle dimensioni del capo potesse minacciare l’intero caso. Secondo quanto riferisce la Bbc, l’avvocato dei genitori di Charlie Gard ha evidenziato al cospetto della Corte Suprema l’opposizione della madre del piccolo rispetto alle misure eseguite dall’ospedale, ribadendo come la stessa avesse regolarmente misurato la testa del figlio. Secondo i medici, il cranio di Charlie non sarebbe cresciuto negli ultimi tre mesi e questo evidenzierebbe la mancanza di funzione cerebrale. Differente la tesi dei due genitori, Connie Yates e Chris Gard, che proseguono nella loro battaglia affinché i macchinari che tengono in vita il figlio non vengano spenti.
Stando alle dichiarazioni della madre alla Corte, proprio dopo aver eseguito una nuova misurazione questa mattina aveva constatato una differenza di 2 centimetri rispetto alle misure riferite dall’ospedale. Per tale ragione il giudice inglese ha voluto fare totale chiarezza su questo aspetto ed ha incaricato un medico indipendente che si occuperà nelle prossime 24 ore di riferire le esatte misurazioni del cranio di Charles Gard. Il magistrato ha ritenuto assurdo che in questo caso la scienza sia stata infetta dall’incapacità di misurare il cranio di un bambino. Al fine di fare totale chiarezza sul caso, Francis ha inoltre chiesto maggiori dati sul bambino “entro il 14 luglio” direttamente all’ospedale Great Ormond Street Hospital. Trovandosi in disaccordo con le parole del giudice, i genitori del piccolo hanno preferito lasciare l’aula del Tribunale per poi farvi ritorno solo dopo la pausa pranzo.