E’ in programma per la giornata odierna la sentenza di secondo grado a carico di Alexander Boettcher, l’ex broker milanese ritenuto l’autore, insieme all’ex compagna Martina Levato di alcune aggressioni con l’acido, con la complicità Andrea Magnani. In occasione della sentenza d’Appello, il pg di Milano, Maria Grazia Omboni, ha chiesto alla Corte la conferma a 23 anni di carcere, pena inflitta al giovane in primo grado per le due aggressioni con l’acido. Nel marzo dello scorso anno, infatti, era stato ritenuto il responsabile dell’aggressione che aveva sfregiato Stefano Savi, vittima di uno scambio di persona e del tentativo di aggressione ai danni di Giuliano Carparelli, il giovane fotografo che invece era riuscito a sfuggire all’agguato. Per gli stessi episodi, entrambi avvenuti a Milano nel novembre 2014, Martina Levato era stata condannata in Appello a 20 anni di carcere. Boettcher e Levato, soprannominati la “coppia dell’acido“, furono arrestati in flagranza di reato il 29 dicembre del medesimo anno per l’agguato nelle stesse drammatiche modalità ai danni di Pietro Barbini. Per questa aggressione, il broker era stato già condannato in secondo grado a 14 anni di carcere.
Il pg, nel chiedere la conferma della condanna di primo grado a carico di Alexander Boettcher, imputato per i reati di lesioni gravissime e associazione per delinquere, aveva chiesto anche la trasmissione in procura del verbale relativo alle dichiarazioni di Martina Levato. L’intento è quello di procedere contro il broker anche per la tentata evirazione di Antonio Margarito in concorso con l’ex compagna. Questo episodio, in realtà, non era stato contestato come fatto specifico a carico di Alex ma rientrava nel reato di associazione a delinquere. Secondo il pg, inoltre, i risarcimenti che il broker finanziario ha effettuato fuori dal processo nei confronti delle vittime, seppur rappresentino un elemento nuovo non andrebbero ad influire sulla pena. La difesa del giovane imputato confidava nello slittamento della sentenza di secondo grado a dopo l’estate, precisamente a dopo il 26 settembre, data del processo in Cassazione sul caso Barbini, in vista di un possibile patteggiamento, ma la Corte ha bocciato la proposta.