In una lunga intervista pubblicata su Repubblica.it, la mamma di Charlie Gard, Connie, ha parlato della situazione che sta tenendo col fiato sospeso il mondo intero, legata alle cure che il piccolo figlio di soli dieci mesi dovrebbe ricevere per evitare l’eutanasia che è stata stabilita sia dal Tribunale di Londra, sia dalla Corte di Strasburgo. La lotta della donna è senza quartiere, per provare almeno a garantire il tentativo di una cura sperimentale negli Stati Uniti a Charlie, che pure resta malato in maniera gravissima a causa di una malattia rara ereditaria, e che al momento è vivo solo grazie al collegamento al respiratore. Un team di medici internazionali si riunirà a giorni per capire se la situazione di Charlie sia davvero senza alcuna speranza, o se il piccolo possa davvero giocarsi la carta della cura sperimentale negli Usa, per trovare ancora un appiglio a cui aggrapparsi e sperare nella sua difficilissima situazione.
“Sono mesi che scongiuro medici e giudici di lasciarmi portare Charlie in un ospedale dove sono disposti a provare di tutto per salvarlo”. Una testimonianza di un medico americano sarebbe stata decisiva per persuadere il giudice sul fatto di convocare la riunione fra i medici. Anche se le possibilità sono poche, Connie Gard vuole esplorarle tutte, fino all’ultima, per comprendere se il suo bambino possa avere anche una sola chance di salvezza. Connie Gard si è detta fiduciosa anche riguardo la possibile azione dei medici del Bambin Gesù di Roma, Ospedale pediatrico che si è dimostrato particolarmente sensibile alla vicenda di Charlie Gard, offrendo le sue cure per il piccolo. Ma di contro ci sono anche i pareri dei medici del Great Ormond Hospital, che parlano di un peggioramento nelle condizioni del piccolo Charlie: la testa non sarebbe crescendo (anche se la mamma afferma il contrario) e questa sarebbe la prova di un danno cerebrale.
“La speranza non la perdo. Vorrei dire di più. Ma gli avvocati mi hanno spiegato che è meglio di no”. Con questa frase la mamma di Charlie Gard, Connie, ha concluso la sua intervista a Repubblica.it, fiduciosa che il team di medici che valuteranno il caso di Charlie riusciranno a comprendere come al piccolo serva ancora tempo per valutare tutte le soluzioni possibili. Nell’intervista ha parlato anche Chris Gard, padre del piccolo Charlie che ha raccontato di aver dovuto interrompere la sua attività da postino per sostenere a tempo pieno la causa del figlioletto. Il papà di Charlie ha definito come un punto segnato a favore del piccolo il tempo ottenuto per valutare ulteriormente il caso e che comunque c’è ancora una montagna da scalare per regalare a Charlie una reale possibilità di vita. Ma dall’esecuzione ormai imminente dell’eutanasia si è passati ad una sensibilizzazione dell’opinione pubblica che ha regalato qualche chance in più al piccolo Charlie Gard.