Tutto in una settimana, al massimo in 10 giorni: il piccolo Charlie Gard oggi vede il primo consulto del pool di medici e specialisti deciso dall’Alta Corte di Londra nelle ultime udienze tenute venerdì scorso. Nelle ultimeore, i genitori lamentano che se fossero ricchi allora le terapie alternative le avrebbero concesse subito; intanto sono pronti gli Specialisti del GOSH, dell’ospedale Bambino Gesù, tutto il pool pro e contro le cure sperimentali proposte dal medico Usa Michio Hirano. I genitori scoprono che l’avvocato scelto dal tutore è direttrice di una lobby pro-eutanasia; importante l’invito alla prudenza del Cardinale di Vienna, Cristoph SchönbornDa un lato chi ritiene che continuare a “sperare” con le nuove cure sperimentali sia un inutile accanimento terapeutico, dall’altro chi invece considera questo ultimo tentativo un modo per difendere la vita e per dare ascolto ai genitori Chris e Connie, decisi a proseguire con il trattamento sperimentale. La scienza è divisa in attesa che la Giustizia inglese prenda la sua scelta il prossimo 25 luglio.



CHARLIE GARD: OGGI IL CONSULTO DEI MEDICI, IL 25 LUGLIO LA SENTENZA

“SPERANZE DI CURA FINO AL 50%”

Mentre sono ancora in corso le visite al GOSH sul corpo e gli esami clinici del piccolo Charlie Gard, la speranza dei genitori prosegue verso le prossime udienze di domani, o forse mercoledì, in cui il medico Usa Michio Hirano e lo specialista del Bambino Gesù di Roma proveranno a illustrare alla Corte le effettive possibilità della cura sperimentale. «Da un 10% fino ad un 50% di possibilità di miglioramento per Charlie», continua a sostenere Hirano di fronte invece allo scetticismo dei colleghi esperti sentiti in questi mesi per le varie sentenze, fino agli stessi medici del Great Ormond Street Hospital. Il verdetto rimane sospeso, anche perché emergono problematiche rispetto al farmaco stesso da somministrare al piccolo Charlie, finora non sperimentato su esseri umani e dunque senza alcun via libera dall’Agenzia Europea del Farmaco. 



VISITE IN CORSO PER IL PICCOLO CHARLIE

È in corso la visita specialistica del piccolo Charlie Gard con il pool di medici nominati dalla Corte Inglese: in particolare, come già annunciato in precedenza, è la visita dello specialista neurologo Michio Hirano ad essere molto attesa visto che la sua proposta di cura sperimentale è al vaglio della Corte per decidere in via definitiva sulla vicenda giuridica del piccolo bimbo inglese. Sono proprio in queste ore in corso le visite per poter provare poi a convincere la Corte a trasferire Charlie negli Usa e sottoporlo così al trattamento sperimentale per combattere la deplezione da Dna mitocondriale. Dopo le parole espresso in Aula giovedì scorso, i genitori ovviamente ripongono molte speranze nel protocollo di cura spiegato da Hirano in collegamento dagli States: nei prossimi giorni, forse già da mercoledì, Hirano e tutti gli altri specialisti presenti ora al GOSH, saranno sentiti dal giudice Nicholas Francis, presidente dell’Alta Corte inglese prima di emettere sentenza già nella prossima settimana. Durante il consulto e la visita in corso è presente anche mamma Connie Yates.



L’ARRIVO DEL MEDICO USA MICHIO HIRANO

Londra è atteso per le prossime ore il medico specialista americano, Michio Hirano, per visitare il piccolo Charlie Gard assieme al “pool” di altri medici esperti nominati dall’Alta Corte di Londra: professore di neurologia presso la Columbia University Medical Center, il dottore Usa proverà a dare conferma di quanto affermato in udienza la scorsa settimana. Illustrerà ai colleghi le condizioni da lui studiate in questi mesi, le proposte da presentare alla Corte e l’effettiva speranza che ci sarebbe, secondo il suo trattamento, per il piccolo Charlie affetto da una malattia terribile e rara. La riunione degli specialisti è l’ultima tappa di una battaglia giudiziaria sul miglior corso d’azione per Charlie, che soffre di una condizione genetica rara e con danni cerebrali: si arriverà probabilmente ad uno scontro “tecnico” visto che Hirano, come altri medici convocati a Londra (tra cui l’esperto del Bambino Gesù di Roma) sono convinti della possibilità medica di un trattamento, seppur sperimentale, atto a cercare di migliorare le condizioni di salute del piccolo bimbo inglese. Di contro, gli specialisti del Great Ormond Street Hospital dicono che invece la terapia è sperimentale e fallimentare e farebbe solo soffrire di più Charlie Gard. Le visite, secondo quanto riporta Sky News dall’Inghilterra, dovrebbero cominciare nel pomeriggio.

“SE CHARLIE FOSSE RICCO LE CURE LE AVREBBE AVUTE..”

Ieri hanno parlato ancora i genitori di Charlie Gard alla vigilia dell’importante consulto medico che oggi si terrà al GOSH di Londra con gli specialisti in arrivo da ogni parte del mondo. Un messaggio breve, che ieri abbiamo già rilanciato, di cui però si è aggiunto un piccolo frammento riportato da Sky News ancora inedito: se Chris e Connie avevano espresso la dura accusa, «Charlie Gard è tenuto prigioniero dallo Stato e dal servizio sanitario britannico» facendo riferimento ai mesi di sentenze tutte in sfavore del piccolo Charlie, prima della nuova possibilità offerta dal protocollo dell’Ospedale Bambino Gesù. Ma tramite il loro portavoce, Alasdair Seton-Marsden, i genitori del piccolo affetto da deplezione mitocondriale fanno un affondo in più: «é tenuto in sostanza prigioniero dallo Stato e dall’Nhs, il servizio sanitario nazionale britannico. Se i Gard fossero ricchi, e non persone comuni, baby Charlie avrebbe già ottenuto la possibilità di essere sottoposto a una terapia alternativa», lamenta il portavoce il giorno prima di poter vedere se effettivamente quella terapia sperimentale del dottor Michi Hirano i medici nominati dalla Corte la considereranno effettivamente praticabile per Charlie, oppure no.

GIGLI (MPV) E LA POLEMICA ANTI-TRIBUNALE UK

Anche per il Movimento per la Vita il caso di Charlie Gard non è rimasto per nulla in secondo piano in queste lunghe settimane che ci separano dalla prima sentenza della Corte inglese con la prossima, ovvero l’ultima, che si terrà a Londra il prossimo 25 luglio. Dopo aver a lungo ricordato, in “tandem” con la Conferenza Episcopale Italiana, che la cura e il rispetto per la vita devono essere sovrani, l’Mpv ha condotto una particolare battaglia contro il tribunale inglese e la stessa Alta Corte. «Sembra che ormai la vita di Charlie sia affidata alla fettuccia del centimetro che dovrebbe misurarne la circonferenza cranica. La magistratura britannica sta sprofondando nel ridicolo»: sono le parole molto dure espresse nella nota di Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita italiano. Punto assai discusso è l’ultima “querelle” nata sulla grandezza del cervello del piccolo Charlie: «Sembra quasi che il punto in discussione – aggiunge Gigli all’AgenSir – sia se il cervello sia cresciuto o meno e non piuttosto se un bambino, per quanto disabile, abbia il diritto di vivere senza che giudici e medici possano arrogarsi il potere di condannarlo a morte».

IL CARDINALE DI VIENNA RICHIAMA ALLA “PRUDENZA”

Charlie Gard è una vicenda, che come si voglia guardarla, ha creato estrema confusione e ha sconvolto davvero tanti dai propri pregiudizi e principi. Il piccolo bimbo inglese anche per la Chiesa Cattolica è divenuto un simbolo positivo per riaffermare da un lato l’estremo aiuto e sostegno alla vita, e dall’altro un “caso” importante per confermare come non esistano su questi temi decisioni “assolute” e sempre valide, ma che bisogna osservare caso per caso senza sottovalutare nulla. Così la pensa il cardinale di Vienna, Cristoph Schönborn, durante la Conferenza in Irlanda a Limerick: «ogni vita umana deve essere protetta e sostenuta il più possibile», afferma senza remore l’Arcivescovo di Vienna davanti ai cronisti. Ribadisce però anche una necessaria prudenza che nel caso di Charlie è al quanto urgente: «il Catechismo della Chiesa cattolica, stabilisce che nessun medico è obbligato a praticare una terapia eroica o eccessiva o straordinaria. È una questione di giudizio prudenziale. E può essere molto difficile. Quando è eccessiva una terapia? E quando è fatta in base al sacro compito di proteggere la vita?». Per Schönborn dunque non bisogna prendere decisioni in fretta e furia, visto che per «emettere un giudizio prudenziale, si deve considerare ogni elemento della decisione».