Filippo Marchì, un commerciante d’auto 48enne, sposato e padre di due figli, è stato ucciso a colpi di lupara e trovato morto in una sua campagna a Barrafranca, in provincia di Enna. A raccontare l’inquietante omicidio che sembra giungere direttamente dalle pagine di cronaca della Sicilia degli anni ’60 è Il Fatto Quotidiano nella sua edizione online. La vittima in passato era già stata assolta dall’accusa di omicidio e ci si domanda, dunque, se quanto accaduto possa di fatto avere un collegamento con il terribile delitto. Ad assassinare l’uomo sarebbe stato un commando di tre uomini che avrebbe freddato Marchì mentre stava lavando la sua auto nella campagna di proprietà, di fronte alla sua abitazione. I tre uomini sarebbero poi fuggiti all’interno di un’auto. Per gli inquirenti potrebbe essersi trattato di un’esecuzione di stampo mafioso. A compiere il drammatico ritrovamento sarebbero state la moglie e la figlia, dopo aver udito i colpi esplosi contro il loro congiunto. Stando alle prima informazioni, pare che il commerciante d’auto sia stato raggiunto da una o forse più rose di pallettoni esplosi da un fucile a canne mozze, anche se ancora non ci sarebbero conferme sul timo di armi utilizzate per freddare Filippo Marchì. Sul caso sono in corso le indagini dei carabinieri e della dda di Caltanissetta, Santi Roberto Condorelli, che si occupa delle indagini antimafia per la provincia di Enna.



COMMERCIANTE D’AUTO UCCISO A COLPI DI LUPARA: GIALLO SULLA MORTE DI FILIPPO MARCHÌ

PROBABILE DELITTO COMMISSIONATO DA COSA NOSTRA

L’omicidio di Filippo Marchì, commerciante d’auto freddato a colpi di lupara nella giornata di ieri, sarebbe stato definito una vera e propria esecuzione di stampo mafioso. Ne sarebbero convinti gli inquirenti che indagano al giallo, dopo il ritrovamento macabro del corpo dell’uomo 48enne, in una pozza di sangue, proprio davanti alla sua abitazione. Secondo quanto riportato da BlogSicilia.it, Marchì sarebbe prima stato colpito e dopo essersi accasciato i sicari lo avrebbero finito con un colpo di arma da fuoco in pieno volto, sfigurandolo. Una modalità che secondo gli investigatori è tipica dell’esecuzione mafiosa tanto da far imboccare la pista del delitto commissionato da Cosa Nostra. Ora si sta indagando sul possibile movente dell’omicidio. Marchì era molto noto in paese per il lavoro che svolgeva nonostante le ombre sul suo passato: il 21 luglio di 22 anni fa, l’uomo era riuscito a sfuggire ad un altro agguato. Si trovava con la moglie in auto, nei pressi di Barrafranca, quando la vettura fu raggiunta da una serie di colpi di arma da fuoco. In quell’occasione lui rimase illeso mentre la donna riportò delle ferite.



NEL SUO PASSATO UN’ACCUSA PER OMICIDIO

Un passato macchiato da un’accusa gravissima di omicidio, quello di Filippo Marchì, il commerciante d’auto freddato a colpi di lupara nella giornata di ieri in provincia di Enna, mentre si trovava nella sua proprietà terriera, intento a lavare l’auto. Nel 2001, la vittima fu infatti accusata di aver ucciso un imprenditore del settore movimento terra a Barrafranca, stesso luogo in cui è stato freddato ieri il 48enne. All’epoca, l’uomo fu trovato morto nella sua auto sulla strada provinciale Enna-Barrafranca. Marchì era stato assolto nei primi due gradi di giudizio per non aver commesso il fatto, un’assoluzione che non fu impugnata dalla procura e che quindi divenne definitiva. In seguito, il commerciante assassinato a colpi di lupara si rivolse al ministro della Giustizia chiedendo un maxi risarcimento di oltre mezzo milione di euro per l’ingiusto periodo di detenzione. Il delitto che lo vide coinvolto sei anni fa rimase senza una soluzione e anche quello a suo scapito potrebbe non vedere mai la verità, nonostante le indagini per fare luce su quanto accaduto ieri siano appena partite.