Per Massimo Bossetti è stata confermata la condanna all’ergastolo. La corte d’appello dunque non ha modificato la sentenza di primo grado per quello che è stato ritenuto responsabile dell’omicidio di Yara Gambirasio. La sentenza, attesissima, è arrivata circa 30 minuti dopo la mezzanotte di martedì 18 luglio, praticamente dopo 15 ore di camera di consiglio. E’ stata quindi rigettata la teoria che vedeva Bossetti vittima, secondo gli avvocati della difesa, di un clamoroso errore giudiziario basato sullo spostamento e sulla manipolazione del cadavere di Yara dopo la sua morte. La difesa aveva chiesto una nuova perizia del DNA che avrebbe potuto scagionare Bossetti dalle accuse, ma i giudici hanno confermato come solido l’impianto accusatorio che aveva portato alla sentenza di primo grado con la condanna al carcere a vita. Le prove ottenute dai rilievi sul corpo di Yara sono state ritenute sufficienti, senza ulteriori superperizie, per stabilire con certezza che fosse Bossetti l’assassino della ragazza. (agg. di Fabio Belli)
MASSIMO BOSSETTI, SENTENZA PROCESSO D’APPELLO: ERGASTOLO O ASSOLUZIONE?
SENTENZA DOPO LA MEZZANOTTE
Bisognerà attendere ancora, probabilmente a ridosso della mezzanotte, per venire a conoscenza della sentenza d’appello sul caso Yara Gambirasio. La camera di consiglio si sta prolungando più del previsto, anche se era prevedibile in un caso delicato come questo. La riunione è iniziata alle 10 di questa mattina e con ogni probabilità supererà le 12 ore, visto che si dovrebbe arrivare finalmente alla sentenza intorno alle 23.30, almeno dalle ultime indiscrezioni trapelate. La complessità del caso è sotto gli occhi di tutti, anche perché Massimo Bossetti rischia un ergastolo definitivo senza poter contare sulla perizia del DNA richiesta con forza dai suoi avvocati difensori. A detta dei legali di Bossetti la perizia sarebbe in grado di scagionare definitivamente Bossetti e rimettere gli inquirenti sulla pista del vero assassino, anche se i rilevamenti che hanno portato alla condanna in primo grado dell’operaio sono stati particolarmente complessi. Nel frattempo, l’attesa per la sentenza continua. (agg. di Fabio Belli)
SENTENZA ORMAI ATTESA PER LA TARDA SERATA
Con ogni probabilità non arriverà prima della tarda serata la sentenza relativa al processo d’appello per Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso Yara Gambirasio e condannato all’ergastolo in primo grado. Come era prevedibile, la camera di consiglio sarà particolarmente lunga e secondo quanto comunicato dal giudice Enrico Fischetti, non prima delle ore 22 di lunedì 17 luglio si arriverà a una decisione che potrebbe portare alla conferma dell’ergastolo in primo grado, ad un’assoluzione o all’accoglimento della richiesta della difesa di una riapertura del processo per effettuare la perizia del DNA. Una decisione che farebbe discutere ma sulla quale gli avvocati di Bossetti hanno puntato gran parte della strategia di difensiva di questo processo d’appello. Nella mattinata ha fatto altrettanto scalpore l’accorata dichiarazione spontanea di Bossetti che ha definito Yara come sua possibile figlia e di aver sempre rifiutato comportamenti violenti. Alla sentenza l’ultima parola. (agg. di Fabio Belli)
CRESCE L’ATTESA, SARA’ CONCESSA LA SUPERPERIZIA?
Cresce l’attesa per la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Brescia: verrà confermato l’ergastolo a Massimo Bossetti o sarà clamorosamente assolto? Non è da escludere la concessione della super perizia… Tra qualche ora arriverà il verdetto sull’imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio. La Corte d’Assise d’Appello di Brescia si è riunita in camera di consiglio per emettere la sentenza. La trasmissione Quarto Grado per l’occasione con una puntata speciale ripercorrerà le tappe salienti del processo e commenterà questo nuovo capitolo del caso Yara Gambirasio. Lo stesso conduttore Gianluigi Nuzzi si è già espresso in merito. Iniziato lo scorso 30 giugno, oggi il processo d’appello si concluderà con la difficile decisione ma ad anticipare il verdetto del giudice Enrico Fischetti è stato lo stesso imputato con le sue dichiarazioni spontanee che hanno aperto il secondo giorno più lungo della sua vita, dopo quello vissuto il primo luglio dello scorso anno, quando giunse la sentenza di primo grado che lo condannò all’ergastolo. Il rischio è per Massimo Bossetti è che venga confermata la condanna, a cui potrebbe aggiungersi una ulteriore pena richiesta dal pg Marco Martani, cioè sei mesi di isolamento diurno per la calunnia a scapito di un suo collega. Tra le altre opzioni anche l’assoluzione o la concessione della superperizia. Il verdetto arriverà dopo le 18:00. La speranza dell’imputato è di uscire a testa alta dal carcere, ma le previsioni degli “spettatori” dell’udienza odierna sono negative per Massimo Bossetti.
LE PREVISIONI IN ATTESA DELLA SENTENZA
Occhi puntati sull’aula 64 del tribunale di Brescia: lì si decide il futuro di Massimo Bossetti. In tanti hanno voluto ascoltare l’ultima estrema difesa del muratore di Mapello, condannato in primo grado all’ergastolo per l’uccisione di Yara Gambirasio. Fuori dal tribunale le telecamere una in fila all’altra, nei corridoi si rincorrono invece le previsioni sulla sentenza d’appello. «Condannato: il presidente ha già deciso si è visto da come per tre volte ha chiesto a Bossetti di chiudere», il commento di una signora giunta in aula con la figlia. «Abbiamo visto tutti i grandi processi…. Sarà ergastolo», dice convinta, come riportato dalla Gazzetta di Brescia, una coppia di 70enni, spettatori fissi dei processi di omicidio. Nessuno quindi pronuncia la parola “assoluzione”, perché nessuno crede nel clamoroso ribaltone, neppure gli innocentisti che hanno aperto una pagina Facebook a difesa di Massimo Bossetti. In tanti sono convinti che la Corte d’Appello concederà la super perizia. «Sarebbe l’unico modo perché sul caso non rimangano ombre», spiega un bergamasco, in trasferta per seguire il processo. (agg. di Silvana Palazzo)
“USCIRÒ A TESTA ALTA DALLA PORTA DEL CARCERE”
Nelle dichiarazioni spontanee al processo d’appello per l’omicidio di Yara Gambirasio ricorre alla mozione degli affetti Massimo Bossetti. «Quando i miei figli vengono a trovarmi mi chiedono: papà, quando torni a casa? Non c’è un’altra porta per uscire?». Il carcere non ha spazzato via l’amore della sua famiglia, a cui ha promesso che non uscirà da nessun’altra porta, ma dal portone nel quale è entrato e facendolo «a testa alta». L’attesa del verdetto dei giudici della Corte d’assise d’Appello è lunga: ora sono riuniti in camera di consiglio. Alle parole di Massimo Bossetti hanno comunque fatto seguito quelle dei suoi avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, secondo cui l’imputato «ha manifestato tutto il suo dolore per l’ingiustizia che ha subìto». E ha cercato di spiegare che persona è: «La violenza non è nel mio carattere, non ho mai alzato un dito su mia moglie e i miei figli, non ho mai fatto male a nessuno». (agg. di Silvana Palazzo)
BOSSETTI E LA RICHIESTA DELLA SUPERPERIZIA
Massimo Bossetti vedrà leggere la sua sentenza non prima delle ore 18: i giudici sono ancora chiusi in Camera di Consiglio e lo saranno fino a tarda serata, come annunciato dal presidente della Corte d’Appello di Brescia, Enrico Fischetti «Non abbiamo limiti». Durante le ultime dichiarazioni invece lasciate dallo stesso accusato per l’omicidio di Yara Gambirasio, Bossetti ha spinto tutto sulla “terza via” in atto oggi con la sentenza d’appello: «Concedetemi la superperizia sul Dna così posso dimostrare con assoluta certezza la mia estraneità ai fatti. Cosa dovete temere se tutto è stato svolto secondo le norme? Perché non consentite che io e la difesa possiamo visionare i reperti? Non posso essere condannato con un Dna anomalo, strampalato, dubbioso», ha rivolto come ultimo appello il muratore di Mapello davanti alla Corte prima che si chiudesse in Camera di Consiglio. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DELLA DIFESA IN ATTESA DEL VERDETTO
Il tempo richiesto per le dichiarazioni spontanee di Massimo Bossetti è stato di appena 40 minuti, questa mattina, prima che la Corte si riunisse in camera di consiglio per decidere sul destino del presunto assassino di Yara Gambirasio. Il verdetto, stando a quanto riferisce Repubblica.it, dovrebbe arrivare dopo le 18:00. Una camera di consiglio particolarmente lunga, dunque, come già annunciato fino ad oggi. Dopo le dichiarazioni spontanee dell’imputato, si è espresso l’avvocato Enrico Pelillo, legale della famiglia di Yara Gambirasio, ritenendo non influenti le affermazioni rese in aula dal muratore di Mapello al cospetto della Corte d’Assise d’Appello di Brescia. “Ognuno risponde delle proprie azioni”, ha commentato. Ad intervenire anche i difensori dell’avvocato che rischia nuovamente l’ergastolo, i quali hanno invece sottolineato la sofferenza del proprio assistito: “E’ stato massacrato, ha sofferto molto”, hanno riferito ai giornalisti, in attesa del verdetto.
LE DICHIARAZIONI SPONTANEE DELL’IMPUTATO
Come atteso ed ampiamente anticipato, questa mattina in apertura di processo e prima che la Corte si riunisse in camera di consiglio, Massimo Bossetti ha reso le sue ultime dichiarazioni spontanee. Il suo primo pensiero è andato nuovamente a Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni uccisa nel novembre 2010 e del cui delitto il muratore è accusato. L’imputato ha definito Yara “unica vera vittima di questa tragedia”. Parlando di lei ha aggiunto, come riporta TgCom24: “Una bambina che amava la vita e che potrebbe essere mia figlia, la figlia di tutti noi. Neppure un animale avrebbe usato tanta crudeltà”. Bossetti ha dichiarato davanti ai giudici della Corte di non aver chiuso occhio la scorsa notte, poi però non ha perso la speranza, dichiarando: “sono contento di essere qui davanti a voi, così ho la possibilità di farvi capire che persona sono”. Ovviamente ha ribadito la sua innocenza e rinnovato la richiesta del nuovo test sul Dna, sperando di aver convinto i giudici presieduti da Enrico Fischetti e che saranno chiamati a prendere l’importante decisione in merito, destinata a segnare definitivamente la vita dell’imputato ma anche le sorti di un giallo che continua a far discutere e dividere gli italiani tra innocentisti e colpevolisti.
GIANLUIGI NUZZI SPERA NELLA SUPERPERIZIA SUL DNA
E’ oggi il giorno di Massimo Bossetti in vista della sentenza di secondo grado che dovrebbe arrivare nella giornata odierna. Il muratore accusato del delitto di Yara Gambirasio, prima che la Corte possa riunirsi in camera di consiglio ribadirà la sua innocenza ma soprattutto tornerà a chiedere la superperizia sul Dna. Lo ha fatto anche alla vigilia dell’ultima udienza d’Appello in una lettera inviata a Il Giorno nella quale scrive: “Da tre anni invoco la mia innocenza, da tre anni chiedo anche tramite i miei avvocati l’unica cosa che può consentire di difendermi, la perizia in contraddittorio sul Dna”. E proprio su questo delicato aspetto, oggetto dell’intero processo di secondo grado davanti alla Corte bresciana, si è espresso anche Gianluigi Nuzzi, conduttore di Quarto Grado e che stasera tornerà con uno speciale su Rete 4 in vista della sentenza a Massimo Bossetti. Intervistato da LiberoQuotidiano, il conduttore ha commentato: “Spero che il Tribunale conceda una super perizia a Bossetti. In uno Stato di diritto, un ulteriore accertamento si dovrebbe fare”. Chiara, dunque, la sua idea su uno dei casi di cronaca e mediatici che più di altri hanno diviso in due l’opinione pubblica italiana, a sette anni dall’inizio di un giallo che, sotto certi aspetto, nonostante una sentenza di condanna e probabilmente una seconda in arrivo, ancora oggi continua ad essere caratterizzato da alcuni importanti ombre.
TRE POSSIBILITÀ PER L’IMPUTATO
Il processo d’Appello a Bossetti si è rivelato ancora una volta all’insegna dell’alta tensione tra accusa e difesa. Per i legali dell’imputato, la Corte dovrà compiere un “atto di coraggio” ed assolvere Bossetti insistendo sulla tesi che l’assassino di Yara sia ancora in libertà. Per loro l’intera indagine sarebbe da rifare e in questo secondo grado hanno insistito soprattutto sulla presenza di alcune foto satellitari del campo di Chignolo d’Isola e che smentirebbero la presenza del corpo della 13enne di Brembate un mese prima del suo ritrovamento. Un falso, secondo l’accusa, che ha definito quelle foto “tarocchissime”. Dopo aver ascoltato le dichiarazioni spontanee dell’imputato, la Corte sarà chiamata a riunirsi. Tre le possibilità che, in un modo o nell’altro, contribuiranno a cambiare nuovamente la vita di Massimo Bossetti: sentenza di condanna che andrà a confermare l’ergastolo, sentenza di assoluzione o ordinanza con la quale sarà disposta la superperizia del Dna così tanto contemplata da Bossetti e della sua difesa. Il sentore, tuttavia, resta quello di una nuova condanna che ribadirà il carcere a vita, anche se il presunto assassino di Yara Gambirasio non intende perdere le speranze fino all’ultimo.
L’ULTIMO APPELLO PRIMA DELLA SENTENZA
Alle 8:30 in punto prenderà il via l’ultimo appuntamento con la giustizia nell’ambito del processo d’Appello a Massimo Bossetti. Sul finale di battute della passata udienza, l’imputato ha potuto abbracciare la madre Ester Arzuffi, la moglie Marita Comi e la sorella gemella Laura Letizia. Le sue donne anche in questa nuova battaglia sono rimaste in prima fila pronte a sostenerlo ed a confermare la sua innocenza. Dopo gli ultimi scontri in aula tra accusa e difesa è arrivato il momento della verità. Alla vigilia dell’importante appuntamento, Massimo Bossetti ha deciso di scrivere al quotidiano Il Giorno ed affidare in 17 righe i suoi pensieri, ribadendo con determinazione la sua innocenza ed invocando fino alla fine la superperizia del Dna. “Posso marcire in carcere per un delitto atroce che non ho commesso senza che mi sia concessa almeno questa possibilità?”, si domanda nella sua missiva. La sua vita, ne è consapevole, è ormai totalmente stravolta, ma la speranza resta quella di poter riabbracciare la sua famiglia da “uomo libero ed innocente quale sono”. Nella sua lettera Bossetti cita anche la piccola Yara, convinto che anche lei “spera nella vera giustizia”.