Marita Comi resta sempre al fianco di Massimo Bossetti, seppur simbolicamente. La coppia si è separata fisicamente da quando il muratore di Mapello è finito in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio, ma il matrimonio non è in pericolo, nonostante i dubbi iniziali. E infatti anche ieri ha atteso con il resto della famiglia la sentenza della Corte d’Appello di Brescia. Una lunga attesa per Marita Comi, che si è allontanata dal Palazzo di Giustizia solo per intrattenersi un po’ al bar di fronte. Nella notte poi il verdetto, quindi la conferma dell’ergastolo al marito Massimo Bossetti e quindi le lacrime per una sentenza che non auspicava. All’orizzonte ora c’è il ricorso in Cassazione. Questa l’unica novità, perché Marita Comi non intende divorziare dal marito: lo aveva ribadito qualche mese fa. Insieme, dunque, proseguiranno l’iter giudiziario.
MARITA COMI IN LACRIME DOPO LA CONDANNA IN APPELLO
NIENTE DIVORZIO
Ha aspettato a lungo Marita Comi la sentenza dei giudici del Tribunale di Brescia all’interno del Palazzo di Giustizia e fuori, dove è stata intercettata spesso da fotografi e cameraman. Poi è arrivato il verdetto, quindi la conferma dell’ergastolo al marito Massimo Bossetti. Le lacrime sono state la sua primissima reazione, la stessa peraltro del muratore di Mapello e degli altri familiari. Ora si apre una nuova battaglia, perché i legali del marito intendono presentare ricorso in Cassazione. Massimo Bossetti, dunque, avrà bisogno più che mai della moglie per affrontare un altro processo. Sul loro legame non ci sono dubbi, del resto Marita Comi in un’intervista a Gente di un paio di mesi fa ha smentito l’ipotesi di una rottura: «Non divorzierò mai da mio marito, continuo a credergli. Mai divorzierò da mio marito, neppure se l’ergastolo fosse confermato sia in appello sia in Cassazione», aveva dichiarato. (agg. di Silvana Palazzo)
IL PIANTO DOPO LA LUNGA ATTESA
Marita Comi è finita in lacrime dopo la sentenza di condanna all’ergastolo per il marito Massimo Bossetti. Non ce l’ha fatta a trattenerle quando è arrivato il verdetto. Sperava di chiudere la lunga giornata di attesa con un pianto liberatorio, quindi di riabbracciare il marito, ma né è stato assolto né gli è stata concessa la super perizia. Si chiude così il secondo atto processuale relativo all’omicidio di Yara Gambirasio. La battaglia di Marita Come e di suo marito però non si è conclusa con la sentenza di questa notte, perché Massimo Bossetti ricorrerà in Cassazione. In aula con gli avvocati, la suocera, Ester Arzuffi, e la cognata Laura, ha avuto modo di salutare suo marito prima che fosse riportato in carcere. Nell’attesa che venisse annunciata la sentenza, Marita Come si è intrattenuta in un bar davanti al tribunale con il fratello e la cognata. Lì è stata ripresa mentre guarda Quarto Grado, la trasmissione di Rete4, con un tablet (clicca qui per il video). Il programma ieri ha dedicato la diretta al processo d’Appello su Massimo Bossetti. Concentrata e tesa, ma con grande dignità, la moglie di Massimo Bossetti ha seguito per qualche minuto il programma. Poi si è incamminata verso l’aula di tribunale dove è stata pronunciata la sentenza di condanna.
I DUBBI INIZIALI DELLA MOGLIE DI MASSIMO BOSSETTI
Marita Comi non dubbi sull’innocenza di suo marito Massimo Bossetti, nonostante la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Qualcuno ne ha avuto all’inizio, come ha ammesso in un’intervista di non molto tempo fa a Gente. «È argomento superato, via. Era un dubbio iniziale», ha dichiarato in quell’occasione la moglie del muratore di Mapello. Proprio quei dubbi però avevan avuto rilievo durante le battute finali del processo di primo grado. L’avvocato di parte civile dei Gambirasio, Andrea Pezzotta, parlò di alcune intercettazioni ambientali di Marita Come e Massimo Bossetti durante un colloqui in carcere. La moglie diceva infatti al marito: «Anche prima non mi hai mai detto cosa hai fatto quella sera, ti ricordi?». Per la parte civile quella domanda era da interpretare come una “confessione extragiudiziale”. L’affermazione fu poi contestata dalla difesa di Bossetti. Sono tanti, dunque, i punti ancora oscuri della vicenda.