Si chiama Ohad Naharin e il suo modo di fare danza, il Gaga, è quasi una parola onomatopeica: prende il nome infatti dai suoni emessi dai neonati, a voler far capire che lo stile di ballo praticato dal coreografo israeliano non è qualcosa di costruito e schematico, bensì qualcosa che per immediatezza deve arrivare a chiunque, e non è un caso che il maestro lo abbia messo a punto per far sì che il suo messaggio arrivasse anche al fratello autistico. A godere della sua arte saranno gli spettatori del Ravello Festival diretta da Laura Valente, che domani a partire dalle ore 21:30 potranno assistere ad una performance indimenticabile della Batsheva Dance Company nell’ambito della sezione Danza della kermesse in programma a Villa Ruffolo. Come riportato da Il Corriere del Mezzogiorno, il Gaga si inserirà nel contesto dell’esibizione intitolata Decadence, uno spettacolo nato nel 2000 per celebrare i dieci anni della compagnia. 



OHAD NAHARIN, IL COREAGRAFO ISRAELIANO INVENTORE DEL GAGA

PRIMA VOLTA AL SUD

Ma con quale spirito Ohad Naharin per la prima volta porta sul palco la sua danza? Queste le parole del coreografo a Il Corriere del Mezzogiorno:”Innanzitutto mi piace sottolineare come questa sia la mia prima volta al Sud e come sia importante che in un famoso festival musicale anche la danza abbia ora un ruolo da protagonista. Quanto alle mie idee, le porto avanti attraverso il mio essere schietto e diffondendo i miei punti di vista politici grazie ai media, e con organizzazioni che stimo per il loro impegno, cruciale per la nostra democrazia e umanità, come l’Associazione per i di ritti civili in Israele e Breaking the silence . Estendendo il discorso, i miei spettacoli possono riflettere i miei punti di vista sulla condizione umana, anche se la creazione artistica è indipendente da ogni esplicito atto politico.”



NAHARIN, “VI SPIEGO IL MIO CONCETTO DI DANZA”

Il nome di Ohad Nahari, però, come abbiamo detto, è strettamente legato al Gaga, lo stile artisico di danza che rappresenta il suo personale linguaggio di movimento. Ma come definisce il diretto interessato la sua creazione più famosa e interessante? Queste le sue parole alla vigilia del Ravello Festival:”Uno dei motivi per i quali ho iniziato a insegnare e ricercare è stato perché avevo bisogno di un linguaggio con cui parlare ai danzatori e aiutarli a interpretare i movimenti. Poi ho sviluppato, e continuamente sviluppo, Gaga. Che oggi riflette come e perché io danzo e vivo. Indica la flessibilità, l’efficienza, la chiarezza, la dinamica, lo sforzo, la forza di accesso, l’autoironia, la delicatezza, l’esagerazione, la prospettiva e la consapevolezza di tutti gli elementi; l’etica universale, l’ascolto e la trasformazione di forze negative e potenzialmente distruttive in elementi costitutivi di una creazione”. Forse più facile guardarlo e ammirarlo, più che spiegarlo.

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