EUROPA POCO CRISTIANA, LA DENUNCIA DEI VESCOVI POLACCHI
Vivere come se un Dio non ci fosse: è questa la denuncia che i vescovi polacchi avrebbero rivolto all’Europa, accusata di voler dimenticare le proprie radici cristiane. Le dure contestazioni sono contenute nella lettera pastorale che anticipa il 75esimo anniversario della morte di Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, arrestata nei nazisti, rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz e trucidata il 9 agosto 1942 insieme alla sorella Rosa, anche lei una monaca carmelitana scalza. Stando a quanto riferito dall’agenzia Sir e riportato dal quotidiano di informazione Faro di Roma, ciò che denuncerebbero i vescovi polacchi sarebbe soprattutto la messa in atto di “processi culturali” che si allontanerebbero “consapevolmente” da quella idea di “un’Europa intesa come Europa dello spirito”. Ma da dove nasce questa idea del Vecchio Continente sempre più lontano dalla cristianità e quindi dalle loro stesse radici?
L’ESEMPIO DI SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
I vescovi polacchi hanno intravisto una Europa sempre meno cristiana da tutta una serie di diritti che si sono andati affermando nel corso degli anni. Si pensi al “diritto all’eutanasia, il diritto delle donne ad uccidere i propri figli non ancora nati”, ma anche a coloro che mettono in dubbio l’istituto del matrimonio “inteso come unione tra uomo e donna” e promuovono “l’ideologia gender”. Tutto ciò avrebbe portato, secondo i vescovi polacchi, ad allontanare l’Europa dalla sue origini cristiane e per questo invitano a pregare per la sua conversione. Nel loro messaggio i religiosi si rifanno a quanto Giovanni Paolo II – lo stesso Pontefice che nel 1998 proclamò Edith Stein Santa Teresa Benedetta della Croce – fece l’anno seguente, quando cioè la proclamò patrona d’Europa. Il papa polacco, infatti, vide in lei l’esempio “di come vivere per non perdere se stessi e nemmeno tutto l’immenso patrimonio d’identità e cultura spirituale europea”.